Le dimissioni di Roberto Mancini creano il caos nella Federazione, la Nazionale valuta il suo sostituto ma è il calcio italiano che dovrà cambiare nettamente.
L’addio di Mancini da commissario tecnico è una mossa diventata subito virale, anche considerando come lo stesso allenatore aveva firmato un contratto come coordinatore delle nazionali giovanili non meno di qualche settimana fa.
Lo scossone per la Nazionale è stato netto, le dimissioni di Mancini sono un atto che squarciano il cielo poco prima di ferragosto. Portando così un netto caos nell’ambito della federazione, mai come ora in piena crisi anche sommando il flop raggiunto dalla selezione femminile all’ultimo mondiale in Oceania.
I problemi del calcio italiano sono ormai noti: due mancate qualificazioni al Mondiale, calciatori che fanno fatica ad emergere in Serie A e soprattutto un lavoro che, a livello giovanile, fatica poi ad essere concretizzato per il futuro. Mancini ha lasciato la Nazionale e con essa anche le poche certezze della stessa, che dovrà tornare in campo a settembre per le qualificazioni europee. Con quale ct, a questo punto?
La federazione è a un bivio, soprattutto per quanto riguarda l’immediato. Sabato 9 settembre ci sarebbe la rivincita contro la Macedonia del Nord, tre giorni dopo il match contro l’Ucraina a Milano. L’opzione è tra scegliere un commissario tecnico federale, oppure direttamente chi può cambiare tutto come un big fra i tecnici. La scelta di Gabriele Gravina sarà decisiva, la federazione ha già ringraziato ufficialmente Mancini ma è nel pieno marasma.
La prima opzione è quella per l’immediato, almeno per rasserenare un po’ le acque. Come fu ai tempi di Ventura, quando toccò a Di Biagio traghettare l’Italia nelle amichevoli, ma in questo caso le prossime partite sono già decisive per la qualificazione agli Europei. In particolare, potrebbe emergere il profilo di Carmine Nunziata, finalista al mondiale Under 20, maggiormente preferibile a un azzardo chiamato Fabio Cannavaro o Daniele De Rossi.
Come riporta Sky nelle sue edizioni, chiaramente la panchina della Nazionale porta a responsabilità ben radicate, portando così in pole anche nomi dall’appeal garantito. Nel primo caso abbiamo Luciano Spalletti, fresco campione d’Italia con il Napoli e che aveva già lanciato qualche segnale su un suo ritorno in panchina: la Nazionale sarebbe un giusto misto tra la voglia di allenarsi e quella anche di passare del tempo con la famiglia. Sempre che, in un contesto come questo, non serva un uomo dirompente come Antonio Conte: è abituato a lavorare nelle difficoltà, meno a chiedere stipendi al risparmio.
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