Il Consiglio di Stato come arbitro del campionato, è una situazione paradossale che sta condizionando ancora una volta il calcio italiano.
Una situazione incredibile che pone il Consiglio di Stato tra qualche ora a stabilire l’ufficialità di un campionato vissuto sempre sul filo del rasoio. L’ennesimo caso all’italiana che dovrà trovare un epilogo ma sta diventando penalizzante per tutti.
C’era una volta il calcio degli anni Ottanta e Novanta, quello che poi è stato snaturato perché bisognava inseguire il modello estero a tutti i costi. Tante gare spezzatino e i tempi moderni però non hanno portato benissimo, si è perso il conto delle squadre che non si iscrivono ai tornei, in chiara difficoltà economica. Anche nell’estate 2023, abbiamo la solita triste musica, in Italia ancora una volta non si è riusciti a evitare il codazzo delle polemiche e i ricorsi al Consiglio di Stato.
Sarà quest’ultimo, domani 29 agosto, a fissare in via definitiva cosa accadrà ai campionati, perché ci sono tante squadre in ballo e una composizione dei tornei non ancora definitiva. Nonostante i primi turni siano stati giocati, così come la Coppa Italia: ci sono squadre che guardano avanti e altre congelate in attesa di un giudizio finale.
Consiglio di Stato, la Serie B in ansia
Quanto accade nel torneo cadetto è qualcosa da tenere in mente anche per gli anni successivi, ma difficilmente il calcio italiano impara dagli errori. Si parla di riforme ma si interviene solo davanti ai fatti compiuti e anche con tante difficoltà. Mai il torneo cadetto aveva avuto una tale complessità per chiudere il numero delle partecipanti al torneo, domani ci sarà il closing definitivo: Reggina o Brescia in Serie B, la pronuncia del Consiglio di Stato sul ricorso dei calabresi dirà chi sarà la ventesima squadra che parteciperà ufficialmente.
Sarà Pippo Inzaghi con gli amaranti o la squadra del patron Massimo Cellino a mantenere il posto in seconda serie? Un bel dilemma, considerando come la X è rimasta sui calendari e con le partite che saranno recuperate in seguito, non fornendo proprio un grande esempio di tranquillità. Cellino teme in un contro-ribaltone, si sentiva già nuovamente in cadetteria ma sino alla conferma definitiva non può nemmeno operare più di tanto sul mercato.
Un problema che riguarda anche il Lecco, ci sono lievi possibilità che il Cds vada a ribaltare quanto stabilito dal Tar Lazio. I lombardi sono in Serie B, ma con tante incognite e proprio sul mercato questa incertezza rimasta sta frenando tante trattative, rendendo di fatto la squadra di Luciano Foschi ancora una grande incognita. Ci sarà qualche settimana in più concessa per le operazioni in entrata e uscita, ma di certo il primo campionato cadetto per loro non partirà per come immaginato qualche mese fa.