La Juve del passato è spesso presa ad esempio, c’è un ex calciatore che però rivela qualche lato decisamente inedito sui campioni.
Una rivelazione che fa discutere i tifosi della Juve, un campione è messo in ballo, nonostante abbia dato davvero tutto per la maglia bianconera. Gli strali di un ex diventano l’argomento che distraggono dalla vigilia della trasferta di Bergamo.
L’attualità riporterà in campo la Juventus tra un paio di ore, alle 18 c’è una gara davvero impegnativa contro l’Atalanta di Gasperini. Uno scontro diretto importante, se l’obiettivo è il piazzamento in Champions League allora bisognerà conquistare punti pesanti contro una rivale.
Nel frattempo, è il passato che fa capolinea. Un ex bianconero ha rivelato qualche dettaglio sulla Juve che è stata capace di creare un nuovo ciclo, vincendo e iniziando un’epoca d’oro con nove scudetti consecutivi. Sono rivelazioni analizzate dai tifosi e che destano un po’ di scalpore.
La confessione dell’ex su Marchisio
Uno degli uomini più amati della tifoseria è senza dubbio Claudio Marchisio, che per la causa bianconera si è speso con 389 presenze e 37 reti complessive. Il rimpianto dei tifosi è di aver lasciato il calcio forse fin troppo presto rispetto a tanti suoi coetanei dopo l’esperienza allo Zenit, mentre c’è chi ha giocato con lui in passato che rivela qualche curiosità. In questo caso, Traorè parla di Marchisio e ne mette in evidenza un lato senza dubbio poco conosciuto: “Marchisio fumava quattro pacchetti di sigarette al giorno”.
Una rivelazione che senza dubbio stride con la vita salubre prevista per uno sportivo, l’ex difensore ha subito precisato: “Fumava, ma non ho mai visto nessuno correre quanto lui in campo”. Traorè per altro ha avuto anche qualche altro impatto shock con gli usi italiani: “Sono rimasto scioccato inoltre quando vedevo che i calciatori bianconeri bevevano una bottiglia di vino la sera prima di una partita, quando si cenava con la squadra”.
Usi e costumi del calcio italiano che il franco-senegalese riteneva quanto meno bizzarri, Traorè giocò in una squadra che arrivò settima ma dall’anno successivo, con Antonio Conte in panchina, fece la storia del calcio italiano, vincendo lo scudetto ai danni del Milan e poi infilando un ciclo vincente almeno nei confini italiani. Traorè non ebbe grande fortuna sportiva in Italia: pur senza fumare e bere, il difensore sinistro è ricordato come una sorta di bidone nel calcio italiano, arrivato forse con fin troppe credenziali dall’Arsenal. Giocò 12 gare (dieci in campionato, due in Europa League) e divenne il calciatore bianconero con un record bizzarro: l’infortunato più veloce della storia juventina, dopo 30 secondi andò ko nella gara contro la Samp.