Il futuro di Stefano Pioli al Milan è in discussione, ma c’è chi ha individuato il vero colpevole del momento di crisi che vivono i rossoneri
Il Milan ha sperimentato battute d’arresto importanti nell’ultimo periodo, che stanno complicando il percorso sia in campionato, sia in Champions League.
L’Inter scappa in vetta alla classifica, seguita a ruota dalla Juventus, e le speranze di seconda stella diminuiscono per i rossoneri, anche se il percorso è ancora lungo per emettere dei verdetti. Di certo nell’ultima sconfitta in Serie A contro l’Udinese, la squadra ha mostrato evidenti lacune sotto il profilo del gioco che non possono essere nascoste. Mancano interpreti in grado di trascinare la squadra, che si basa ancora sugli spunti di Rafael Leao e Olivier Giroud, nonostante un calciomercato lauto e che ha cambiato diversi titolare. Le accuse nei confronti di Stefano Pioli non mancano tra gli addetti ai lavori – ancora piuttosto divisi sul tema – e soprattutto tra i tifosi, insofferenti dopo alcune scelte di formazione o a partita in corso del tecnico ex Inter e Lazio. La società, però, non ha alcun dubbio sulla posizione dell’allenatore, che resterà saldamente in panchina, a meno che nelle prossime settimane le cose non dovessero precipitare.
Sacchi salva Pioli: ecco il vero problema del Milan
Le critiche sono alla finestra e, come in ogni crisi calcistica, la colpa è dell’allenatore. Non la pensa così Arrigo Sacchi, uno che conosce bene l’ambiente del Milan e, seduto su quella panchina, si è tolto molte soddisfazioni.
L’ex tecnico della nazionale si scaglia in difesa di Pioli, sostenendo che è giusto confermarlo. Poi identifica il reale problema dei rossoneri, almeno secondo lui: “Ha acquistato troppi stranieri. Chi viene dall’estero ci mette del tempo per capire il nostro campionato, il gioco, le metodologie. Questi ragazzi sembrano confusi e il risultato è che il Milan non è sempre una squadra“, ha detto ai microfoni de ‘La Gazzetta dello Sport’. Effettivamente in campo contro l’Udinese gli unici italiani in campo erano Davide Calabria e Alessandro Florenzi, che non avrebbe neanche giocato senza l’infortunio last minute di Theo Hernandez. Il dito è puntato, quindi, verso Moncada e Furlani che, con la logica del player trading, hanno iniziato a scovare talenti in giro per l’Europa, anziché concentrarsi sull’identità che avrebbe avuto la squadra, anche nello spogliatoio. Esonerare l’allenatore a volte dà la scossa, ma stavolta non sembra essere la soluzione, e Sacchi l’ha detto chiaramente.