Tegola per Giovanni Malagò. Dopo i tanti ricorsi è arrivata la sentenza definitiva: ecco quello che è successo al presidente del Coni, la verità a galla
Un momento decisivo per pensare ai numerosi progetti in ottica futura, ma Giovanni Malagò dovrà affrontare una brutta notizia arrivata dalla sentenza definitiva del Consiglio di Stato. Tutta la verità è arrivata a galla con i dettagli di quello che succederà a breve.
Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, è molto impegnato per le Olimpiadi Milano-Cortina 2026. Proprio nella giornata di oggi, come riportato da Ansa, il numero uno ha svelato che proveranno a vendere 1,6 milioni di biglietti: l’obiettivo è quello di arrivare a 2 milioni in caso di infrastrutture opportune. Queste le dichiarazioni al Lombardia World Summit 2023 a Milano, ma nelle ultime ore è arrivata anche una brutta tegola che riguarda la sua vita privata.
Ecco la sentenza definitiva arrivata pochi minuti fa: brutta botta per il presidente del Coni che dovrà affrontare un problema non di poco conto, il momento decisivo arrivato a galla a distanza di anni. Un lungo iter burocratico che ha portato ad una notizia drammatica.
Come svelato da Ilfattoquotidiano.it, è arrivata la sentenza definitiva per il presidente del Coni, Giovanni Malagò. La battaglia legale è durata ben 14 anni, ma ora sarà costretto a demolire gli abusi edilizi nella sua villa a Sabaudia. Tutti i suoi ricorsi avvenuti al Consiglio di Stato sono stati respinti: ora il Tar e i supremi giudici amministrativi hanno emanato la sentenza definitiva. Bisognerà buttare già una parte della villa “Le Nanine”: in particolar modo, Malagò dovrà abbattere i manufatti realizzati nel piano interrato della villa.
Ha provato a difendersi, ma non è andato a buon fine. Ora dovrà pensare alla demolizione di quella parte della villa con i vari lavori che aveva pianificato con cura: dal 1991 ha ospitato tanti amici vip nella sua villa di Sabaudia. Ora è arrivata la sentenza definitiva con la brutta notizia per gli abusi edilizi. La vicenda andava avanti ormai da tantissimi anni ritornando indietro nel tempo: nel 2009 il Comune di Sabaudia gli ha ordinato le demolizioni che ora arriveranno senza più ricorsi. Una tegola che riguarda da vicino la sua famiglia che ora dovrà affrontare così in poco tempo un lungo percorso.
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