Il tennista romano, ancora fermo ai box dopo l’ultimo infortunio patito agli Us Open, si è confessato in una lunga intervista
Una distorsione della caviglia in inversione. Che gli ha procurato una rottura parziale del legamento peroneo astragalico anteriore. Questa la diagnosi dell’ultimo infortunio subìto dallo sfortunatissimo Matteo Berrettini in un 2023 che possiamo tranquillamente definire da incubo. Il problema rimediato nel bel mezzo del secondo turno degli scorsi Us Open, mentre era impegnato nel suo match di secondo turno contro il francese Rinderknech, lo ha costretto addirittura ad uscire dal campo in sedia a rotelle.
Ma non è stato certo questo il punto più basso, a livello di emozioni vissute dal 27enne romano, della stagione. È stato lo stesso finalista di Wimbledon 2021 a confessarlo nel corso della recentissima intervista concessa a ‘La Gazzetta dello Sport’. Che ha intercettato l’ormai ex allievo di Vincenzo Santopadre in quel di Malaga. Dove l’Italia, la sua Italia, quella per la quale avrebbe tanto voluto lottare nelle Final Eight, è impegnata nell’ultimo atto della prestigiosa competizione a squadre.
“Ho visto il buio, Ci sono state mattine in cui non avevo la forza di alzarmi e nemmeno di fare fisioterapia. Fortunatamente ho anche imparato a stare nel buio in questi anni. Mi è servito per riflettere e capire cosa volevo“, ha ammesso Berrettini ripercorrendo soprattutto quanto accaduto in questa travagliatissima stagione.
La passione per il tennis però, la voglia di tornare ad essere quell’atleta capace di spingersi fino alla sesta posizione del ranking ATP e di disputare le Finals del 2021, non mancano. Matteo, che nel corso dell’anno aveva già dovuto sofferto di problemi ai muscoli addominali, conditi da un rientro in campo choc – a Stoccarda fu praticamente umiliato dall’amico Lorenzo Sonego, scoppiando in lacrime a fine partita – non vuole mollare. Vuole ripartire.
Forse la necessità di azzerare tutto, di mettersi alle spalle un’annata che lo ha visto scivolare fino all’attuale 90esima posizione in classifica, ha contribuito alla decisione, presa di comune accordo, di separarsi dallo storico coach Santopadre.
Il rientro di Matteo, che intanto promette di tifare come un pazzo per i suoi compagni impegnati in Davis, è previsto per gli Australian Open del gennaio 2024. Quando dovrà anche fare i conti con un sorteggio che potrebbe essere davvero complicato.
“Voglio godermi il viaggio, tornare a fare un passo alla volta come facevo agli inizi. Inutile pensare di fare un passo di sei metri”, ha ammesso Matteo. La luce in fondo al tunnel è forse più vicina di quanto si pensi.
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