La lotta per il più bravo del reame non termina mai tra i Signori degli ultimi Palloni D’Oro. Un grande ex però non ha dubbi.
Non sarà come Coppi-Bartali o Federer-Nadal, per non risalire al tifo per il vivace McEnroe o il falso glaciale Borg, ma il dilemma tra chi sia più forte tra Lionel Messi e Cristiano Ronaldo resta decisamente d’attualità. Il portoghese, 39 anni il prossimo 5 febbraio, 5 volte Pallone d’Oro, ha spalancato le porte del calcio arabo, approdando già nel gennaio 2023 all’Al Nassr, cui è legato da un contratto fino al 2025. Il campione del Mondo invece, 36 anni festeggiati il 24 giugno e tre palloni D’Oro in più di CR7, da luglio scorso è un calciatore dell’Inter Miami. Con la squadra della Florida anche per lui vincolo fino al 2025.
Decidere chi dei due sia stato più determinante appare molto complicato, quasi impossibile. Il rosarino, mancino e baricentro basso, resta l’unico che in Patria possa realmente essere avvicinato al Diez, gli altri competitors al trono di Diego al confronto appaiono copie sbiadite. In merito all’ex Juventus, in Portogallo per trovare un’icona simile bisogna risalire ai tempi di Eusebio.
Con la maglia del Benfica, 15 anni sui 22 totali di carriera, l’attaccante portò a casa 11 scudetti, 5 coppe Nazionali, oltre alla Coppa dei Campioni 1961-1962. In termini tecnici, le altre perle lusitane avvicinabili al campione di Madeira sono l’ex interista Figo e l’ex milanista, nonché attuale presidente del Benfica, Manuel Rui Costa.
Gullit spiazza tutti: “CR7 e Messi? Maradona è stato il più grande”
Come detto, cercare di avere un giudizio imparziale su chi sia meglio tra il campione cresciuto nel Newell’s Old Boys e l’ex Sporting Lisbona e United, resta un’impresa. Citando i Thegioranlisti, che in ‘Maradona Y Pele’, singolo e album del 2019, cantavano “Noi crediamo in Robert De Niro, nella Tigre di Mompracem. Nella storia che sanno tutti, Maradona è megl’ ‘e Pelé, È megl’ ‘e Pelé”, potremmo ritrovare il giudizio espresso da un centrocampista che ha fatto la storia, trionfando nel Milan di Arrigo Sacchi.
“Per me Maradona è stato il più grande. Se mi dite di Messi e di Cristiano Ronaldo vi rispondo che loro possono dribblare, Diego no, doveva saltare per forza l’avversario”, ricorda il giocatore olandese. Per il talento di Amsterdam, Diego era unico perché a differenza di Messi e CR7, ogni volta che un difensore entrava in tackle, rischiava di rompergli la gamba, come avvenuto con Andoni Goikoetxea, definito dall’ex Milan “il macellaio di Bilbao”.
Nel calcio di Maradona non c’era il VAR, si picchiava di più e soprattutto, l’uso dei cartellini era limitato ai falli che mettevano a rischio l’incolumità del giocatore. Gullit parla anche del cuore del Pibe. “Maradona è meglio di Messi e Ronaldo per genialità e generosità. Maradona era solo, preda degli avversari. A quel tempo gli attaccanti non erano protetti dal regolamento. L’arbitro fischiava il fallo solo se le gente come me veniva abbattuta”, conclude.
L’ultimo attestato del Pallone d’Oro 1987 riguarda il rapporto con la squadra. “Nessuno dei suoi compagni ne ha mai parlato male. Significa che per loro c’era sempre”, sentenzia il Tulipano.