Un altro big è pronto a fare le valigie già nella finestra di calciomercato invernale per approdare in Arabia Saudita, dopo il percorso all’Inter
Non sappiamo ancora se sia una moda andare a giocare in Arabia Saudita, sicuramente per molti gli investimenti di Mohammed bin Salman, il principe ereditario del Paese del Golfo persico, sono stati un forte potere attrattivo. Soldi, tantissimi soldi, ritmi più blandi – magari a fine carriera -, e sempre il calcio, anche se un po’ meno spettacolare, in effetti, sono dei grossi pro per approdare nella Saudi Pro League.
La stessa lega che, appunto, a gennaio secondo Ekrem Konur, esperto di mercato, vorrebbe un altro big europeo, uno di quelli che, a modo suo, ha scritto la storia: Christian Eriksen. Il danese, ex Inter, la sua versione migliore l’ha sicuramente mostrata ai tempi del Tottenham, in cui in sette anni da regista ha segnato 69 gol, poi i nerazzurri. La sua avventura in Italia è durata giusto il tempo di mettere in saccoccia uno scudetto, conquistato anche grazie ad Antonio Conte con cui le cose non sono filate subito nel verso giusto.
Il malore in campo durante la prima partita della sua Danimarca agli Europei del 2020 ha scombinato tutto, perché da quello che poteva essere il faro del centrocampo di Simone Inzaghi, Eriksen si è ritrovato senza squadra, dato che in Italia non poteva più giocarci. E quindi il Brentford, che ha riacceso le luci sul talento te del classe 1992, che nell’estate del 2022 si è trasferito al Manchester United.
Con lo United non va, Eriksen pensa all’Arabia Saudita
Con i Red Devils l’ex Spurs ha firmato, all’epoca, un contratto triennale. Se la prima stagione con Eric ten Hag non è andata malissimo – Eriksen ha contribuito al ritorno in Champions League dello United facendo un gol e otto assist -, quest’anno ha perso il suo ruolo da titolare, e da fine novembre è fermo per un infortunio al ginocchio.
La Saudi Pro League, e nello specifico l’Al-Ettifaq, ha spiegato il giornalista turco, potrebbe quindi arrivare a piè pari sull’ex Inter in cambio, ne siamo certi, di un lauto ingaggio. All’alba dei suoi 32 anni – li compirà il giorno di San Valentino -, il futuro del talento danese passa sicuramente dalle sue scelte. Si vorrà dare ancora un’altra possibilità in un campionato top o cederà alle avance degli arabi, pigliatutto di un calcio ormai votato al profitto? Chissà, ma forse non è solo questione di etica.