Mentre la Corte europea dà il via libera alla Superlega, Ceferin studia le contromosse: cambia ancora la Champions
Nemmeno il tempo di nascere che la nuova super Champions League annunciata con grandi proclami da Ceferin negli scorsi anni potrebbe subire un clamoroso cambiamento. La sentenza della Corte di Giustizia europea che ha, di fatto, dato il via libera alla Superlega, ha colpito metaforicamente al cuore il presidente della Uefa. Ma Ceferin non è un personaggio che ama uscire sconfitto dalle proprie battaglie, e per questo motivo starebbe già studiando un nuovo format in grado di superare per fascino e introiti la possibile nuova competizione europea extra-Uefa.
Con il nuovo format in partenza nel prossimo anno la Champions e le altre coppe europee cambierebbero del tutto i propri connotati. Addio gruppi da quattro nella fase a gironi, tutte le squadre verrebbero raggruppate in un girone unico da 36 squadre con otto partite garantite nella prima fase, tutte con avversarie diverse e di diversa difficoltà (attraverso una divisione in quattro fasce).
Un meccanismo sulla carta poco chiaro e piuttosto arzigogolato, ma che potrebbe in realtà rendere la manifestazione più avvincente e teoricamente più redditizia per tutti, senza peraltro più le ‘retrocessioni’ da una competizione all’altra che hanno spesso falsato il gioco e reso l’Europa e la Conference League sportivamente molto discutibili.
Ora che però le squadre europee avrebbero, in teoria, il via libera per creare una nuova manifestazione, Ceferin sarebbe pronto a correre ai ripari con una nuova Champions ancora diversa e forse più affascinante.
La contromossa di Ceferin: cambia la Champions per sconfiggere la Superlega
Cambiare tutto per non cambiare nulla. Stando ad alcune indiscrezioni arrivate nelle ore successive alla sentenza arrivata dal Lussemburgo, Ceferin sarebbe pronto ad agire subito per cambiare ancora la Champions. In che modo? Di fatto rinnegando il progetto super-Champions.
La Uefa sarebbe pronta ad abbandonare il nuovo format per continuare con quello attuale. In che modo questo possa però arginare il pericolo Superlega, considerando che non aumenterebbe il numero di squadre, di match e non accrescerebbe, quindi, i ricavi per i club, è tutto da stabilire. Probabilmente con un ulteriore allargamento del numero di pretendenti, nuovi meccanismi di qualificazione ancora da decidere, o magari mantenendo i gironi ma allargandoli a otto squadre.
Molto più coerente e probabilmente più ragionevole sarebbe invece ‘copiare’ il modello di A22, pensiero che tra l’altro, secondo quanto riferito da alcuni organi di stampa, la Uefa e l’Eca avrebbero già preso in considerazione nei mesi scorsi.
In pratica i massimi organismi del calcio europeo potrebbero creare una sorta di torneo unico continentale diviso in tre divisioni da 18 squadre (ribattezzate Superlega, Lega Europea e Liga Aspirante), con meccanismi di retrocessione e promozione tra le tre che non si baserebbero solo sui risultati della singola stagione ma su una media delle performance.
Con questo format le squadre partecipanti potrebbero vedersi garantite almeno 17 partite, se non addirittura il doppio (34), e potrebbero continuare a giocare serenamente all’interno dei propri campionati nazionali, che in teoria non dovrebbero perdere il loro fascino e la loro importanza. Un progetto che sembrava essere stato accantonato ma che a questo punto potrebbe tornare di moda, e rilanciato nei prossimi anni.