Solo quale giorno fa l’amministratore delegato del Milan Giorgio Furlani aveva esordito dicendo che “Senza il decreto sarebbe la distruzione del calcio italiano“, ed il dirigente rossonero alla fine aveva ragione, visto che con la mancata proroga di questo uno degli affari ai quali il diavolo stava da più tempo lavorando rischia di saltare.
Non godere dei privilegi economici che il Decreto Crescita garantiva mette spalle al muro non solo il Milan ma anche tutte le altre società italiane, per le quali diventerà molto più complicato competere con le rivali europee sul mercato, soprattutto in ottica stipendi.
Con la mancata proroga del decreto crescita i piani del Milan per il prossimo calciomercato invernale sono stati completamente stravolti. Si sperava che lo Stato fosse clemente con le società italiane abolendo questo “privilegio” solo dopo la prossima sessione di trasferimenti, ma così non è stato, ed ora un’affare per il Milan rischia seriamente di saltare.
Ovviamente Furlani e Moncada lavoreranno per far sì che una tragedia, se così vorremmo definirla, come questa non accada, ma senza gli aiuti del decreto crescita quest’operazione rischia di andare ben oltre il limite massimo che il Milan si era imposto una volta iniziata la trattativa.
Bisogna dunque trovare una soluzione, soprattutto a livello salariale, perché è lì che nasce il problema, sennò il diavolo rischia di vedersi sfumare la possibilità di firmare Serhou Guirassy nel prossimo calciomercato, in quanto senza decreto crescita lo stipendio del guineano peserà il doppio a bilancio alla società di via Aldo Rossi.
Con il decreto crescita dalla propria parte il Milan senza problemi avrebbe potuto chiudere a stretto giro l’affare Serhou Guirassy, che si è inevitabilmente complicato con la decisione del Governo italiano di abolire questo “privilegio” a partire dal prossimo primo gennaio.
Ciò che ora mette tutto in discussione agli occhi del diavolo è la questione contrattuale che riguarderebbe il guineano, visto che ora a bilancio il suo stipendio rischierebbe di pesare addirittura quasi il doppio.
Stando alle ultime notizie, infatti, godendo delle agevolazioni del decreto crescita, con uno stipendio da 4 milioni l’anno, richiesta del giocatore, all’anno il Milan avrebbe dovuto pagare circa 5.5 allo stato, ma senza di queste si rischia di sfiorare addirittura gli 8 milioni di euro, cifre che il diavolo non sarebbe in grado di sostenere e che non arriva a spendere neanche per Leao, ad oggi il più pagato in rosa.
Per il Milan adesso il calciomercato è diventata una corsa contro tempo. Sì, perché se il diavolo vuole continuare a godere delle agevolazioni del decreto crescita deve chiudere operazioni e rinnovi entro i prossimi due giorni, scenario neanche complicato, impossibile, che costringe Furlani e Moncada a stravolgere completamente i propri piani in vista di gennaio e del futuro del Milan.
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