Mourinho sa di dover fare i conti con le difficoltà economiche della Roma e per questo non ha nascosto la sua volontà di adattarsi a certi acquisti
Per uno abituato a determinati club nel corso della sua carriera, dover fare i conti anche per il mezzo milione da investire sul mercato non deve essere semplicissimo, ma l’amore per i tifosi può colmare anche questo gap finanziario.
Dopo 4 anni la situazione economica della Roma è ancora estremamente complicata. Dall’arrivo dei Friedkin ad oggi sono stati si compiuti dei passi avanti ma la strada verso il risanamento è ancora lunga e tortuosa. I conti in rosso hanno portato alla sottoscrizione del famoso settlement agreement con la UEFA, nel rispetto del Financial Fair Play, con scadenza 2026. Altri due anni e mezzo di sangue sudore e lacrime attendono quindi i giallorossi che però nel contempo non vogliono smettere di sognare.
L’annullamento del Decreto Crescita sarà un’altra mazzata per gli imprenditori americani, vogliosi di rinnovare il contratto al proprio allenatore ma consapevoli delle difficoltà di non poter più usufruire della scontistica relativa alla tassazione per i lavoratori provenienti dall’estero. Anche sul mercato Tiago Pinto – che andrà via il prossimo 3 febbraio – ha le mani legate e la campagna trasferimenti di gennaio lo sta dimostrando. Investire anche un solo milione di euro è estremamente complicato e sta mettendo in difficoltà il dirigente portoghese.
Eppure Mourinho ha sposato il progetto Roma nonostante le difficoltà finanziarie, attratto più dall’amore dei tifosi che dalle possibilità di vittoria. Qualcosa in positivo si sta anche muovendo, come testimoniano i numeri del bilancio diffusi nei giorni scorsi da Calcio e Finanza. I giallorossi hanno chiuso al 30 giugno il proprio esercizio con un rosso di 102,8 milioni di euro, migliorando di circa 116,5 milioni di euro la perdita dell’anno precedente (219,3 milioni di euro).
Il fatturato complessivo prevede introiti per 277,1 milioni di euro (contro i 206,4 milioni di euro del 2022), con i costi che sono scesi da 402,4 milioni a 348,8 milioni. Un abbassamento del monte ingaggi dei calciatori di circa 10 milioni ha fatto respirare le casse, così come la realizzazione di 47,1 milioni di plusvalenze sul mercato.
Eppure tutto questo non può bastare per rendere più competitivo il club, come Lo Special One sa benissimo. Adesso la scelta di poter restare anche a fronte di un ingaggio molto al di sotto dei 7 milioni attualmente percepiti spetta solo a lui.
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