Nonostante il recente scandalo scommesse che ha visto coinvolti Nicolò Fagioli e Sandro Tonali, i club di Serie A sono pronti a sfidare il governo per avere più concessioni
Tra il governo di Giorgia Meloni e il mondo del calcio le cose non vanno proprio. Se nell’approvazione della manovra finanziaria, la maggioranza ha deciso di non inserire l’emendamento che avrebbe tenuto in vita il decreto crescita, ovvero quello che ha permesso ai club di Serie A di avere degli sgravi fiscali non da poco mettendo a contratto giocatori stranieri, adesso la guerra fredda, secondo quanto ha raccontato Il Fatto quotidiano, si starebbe giocando sul terreno delle scommesse.
Certo, la situazione è paradossale, considerato che solo qualche mese fa, in casa nostra, è scoppiato il caso che vede indagati Nicolò Fagioli, reo confesso, Sandro Tonali, idem come sopra, Nicolò Zaniolo e Alessandro Florenzi, proprio per aver scommesso (anche) sul calcio, ma il settore paga, e dalle società non vogliono rinunciare ancora ai 100 milioni di euro che arriverebbero se invece si togliesse il divieto alle sponsorizzazione del betting imposto dal decreto dignità – correva l’anno 2018 e il fautore era Luigi Di Maio del Movimento 5 stelle.
I club di Serie A vanno in pressing sul governo per gli sponsor delle scommesse
Da anni, il pressing dei club sugli esecutivi di turno ha mirato a cancellare l’articolo della norma, ma non c’è stato niente da fare. In primis perché l’allora ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, non hai mai voluto sentire ragioni, poi perché ci si è messa di mezzo la Cei, la Conferenza episcopale, e quindi anche il Vaticano, assolutamente contrari a cancellare con un colpo di spugna il decreto dignità.
Meloni, che ascolta sempre le istanze che arrivano dal Papa, difficilmente potrebbe invertire le rotta e accontentare i club del nostro massimo campionato, ma loro hanno comunque una strategia. Oltre a far scendere in campo Claudio Lotito, senatore di Forza Italia (terza forza della maggioranza di governo) e presidente della Lazio, la Lega Serie A da settimane ha deciso di non assegnare, di fatto, i diritti del betting sul campionato, che altro non sono se non la raccolta sul campo dei dati che le aziende specializzate forniscono ai portali di scommesse per elaborare le quote.
Nonostante si abbia un vincitore, secondo il Fatto Quotidiano dovrebbe essere Perform, la situazione è in stand-by, e questo perché si vogliono creare dei problemi ai concessionari, che poi andrebbero a reclamare i propri diritti dalle parti di palazzo Chigi. Nel braccio di ferro ingaggiato è difficile dire chi la spunterà, sicuramente i club del nostro campionato hanno bisogno di quei soldi, dopo aver detto addio anche al decreto crescita, per tenere in vita un sistema che, ora come ora, sta facendo acqua da tutte le parti.