Ivan Zazzaroni, finito nel mirino delle critiche per delle frasi contro l’Inter di Beppe Marotta, in diretta ammette di non essere obiettivo, ma cosa voleva dire?
C’è chi, nel mondo del calcio, ci ha abituato a dire tutto quello che pensa, specie nel campo della comunicazione. Ivan Zazzaroni, direttore del ‘Corriere dello Sport’, è sicuramente uno di questi. Anche in occasione dell’episodio che ha visto protagonista l’arbitro e il Var di Inter-Verona, non si è tirato indietro, sollevando non poche polemiche contro di lui, specie per le frasi contro l’amministratore delegato dei nerazzurri, Beppe Marotta.
In diretta su Controcalcio, Zazzaroni ha avuto modo di spiegare che, in realtà, lui non ha mai fatto un mistero di essere una persona, e quindi un editorialista, di parte, quindi uno che effettivamente ha sempre tirato acqua al mulino di chi li piaceva, come allenatore, come giocatore e non solo. E non è peccato dirlo, siamo sinceri, perché questo non altera complessivamente la sua capacità di giudizio, anzi pende verso la riconoscenza del talento calcistico, nella maggior parte dei casi.
Zazzaroni si schiera dalla parte di Mourinho: “È un fenomeno”
“Tutta la mia carriera, io l’ho fatta essendo poco obiettivo, l’ho sempre dichiarato – ha spiegato -. Io non sono obiettivo, io sono di parte. Io difenderò sempre i miei partiti, perché credo in loro”. Nello specifico questi sono “Roberto Baggio, Roberto Mancini, Massimiliano Allegri, Carlo Ancelotti, José Mourinho”, ai quali però non ha mai risparmiato (anche) critiche.
Proprio sullo Special One si è poi soffermato, esponendo la tesi secondo la quale uno che ha disposizione quei giocatori e riesce ad arrivare a giocare due finali europei, con delle squadri forti a combattere con lui, “è un fenomeno”.
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“Uno che gioca con Karsdorp, Zalewski, Bove, Lloriente, Ndicka, è un fenomeno. Poi ha portato Lukaku e Dybala, perché è stato lui a portarli, non Tiago Pinto, ed è un fenomeno anche per quello che ha fatto in carriera”, ha spiegato addentrandosi poi nel merito delle scelte della Roma, e del mercato: “A me dei risultati mi interessa davvero poco perché io sono mesi e mesi che dico che è stata fatta una campagna acquisti assurda, perché sono stati portati degli scarti come Renato Sanches, Aouar, Paredes”, motivo per il quale si aspetta molto di più.