Gabriele Gravina, presidente della Figc, ha in mente di rivoluzionare il calcio professionistico italiano: quali sono i progetti e come cambierebbe la Serie A, pensata dal numero uno della federazione
Il calcio, specie quello italiano, ha bisogno di una rivoluzione, o per lo meno così la pensa il presidente della Federazione italiana gioco calcio (la Figc, per intenderci), Gabriele Gravina. Chiamato nell’ultimo periodo troppo spesso a dover decidere se e come ammettere una società a un campionato calcistico – si pensi a quanto successo in Serie B, in cui Brescia e Lecco hanno iniziato a giocare più tardi rispetto alle altre squadre per via di problemi finanziari e non -, il numero uno del mondo del pallone azzurro vuole imprimergli un nuovo corso.
Al momento si tratta solo di rumors, che arrivano da ‘Sportitalia’, ma hanno la potenza giusta per far parlare per molto tempo favorevoli e detrattori. Partiamo dall’inizio, la nostra Serie A, ma anche il campionato cadetto e la Serie C non sono sempre stati nella formula in cui li stiamo vedendo ora. Certo, è dal 1929 che esiste un solo girone che decreti il campione d’Italia, con scontri diretti con andata e ritorno, ma non in tutte le stagioni si affrontavano 20 squadre. Ed è proprio qui che Gravina vorrebbe cambiare le cose.
L’idea di Gravina e della Figc per riformare il calcio italiano: Serie A, Serie B e Serie C a 18 squadre
Visti i tanti impegni con i quali devono destreggiarsi i giocatori – Champions, Europa e Conference League, Coppa Italia, Supercoppa italiana, Mondiale per club per quanto riguarda le società, Mondiali, qualificazioni, Europei per quanto riguarda le nazionali – il progetto di Gravina è quello di sfoltire, almeno un po’, le parti riducendo il numero di squadre che potranno partecipare ai vari tornei.
Sia in Serie A, sia in Serie B, sia soprattutto in Serie C potranno vedersela tra di loro solo 18 squadre: due in meno per il massimo campionato – che così tornerebbe a come l’abbiamo conosciuto prima del caso Catania, nella stagione 2003 -, due meno per il torneo cadetto – che in realtà, in passato, proprio nel 2004 ha ospitato 24 squadre -, addirittura 42 in meno per la vecchia Lega Pro, dove in effetti ci sarebbe la rivoluzione maggiore.
È dal 1958, infatti, che la Serie C si gioca a gironi, suddivisi per zone geografiche, e prima di allora l’esperimento del girone unico a 18 squadre venne messo in piedi per soli sei anni (dal 1952). Così facendo molte realtà piccole, o anche vecchie glorie del passato, potrebbero però scomparire per sempre.