Pogba senza pace: la verità viene a galla. Con il 2023 si è chiuso un altro ‘annus horribilis’ per il centrocampista francese della Juventus.
Nell’ultracentenaria e gloriosa storia bianconera pochi giocatori sono riusciti a lasciare un segno così netto e contradittorio come Paul Pogba.
Arrivato alla Juventus a 19 anni, a parametro zero dal Manchester United, ha impiegato poche settimane per convincere Antonio Conte a cambiare addirittura la disposizione tattica della squadra pur di trovare spazio al talento di Lagny-sur-Marne.
Sono anni importanti ed è impressionante la sua crescita. Dopo quattro anni in bianconero, e quattro scudetti, ha fatto ritorno al Manchester United per 105 milioni di euro! Sono passati sei anni non certo indimenticabili, nonostante la vittoria dell’Europa League con i Red Devils nel 2017, quando Pogba ha fatto ritorno a Torino.
Sempre dal Manchester United e sempre a parametro zero. Ma sei anni sono tanti e per di più segnati da frequenti infortuni. Durante il primo anno di Juve-Bis il campione francese è quasi sempre fuori per infortunio. Soltanto una decina di apparizioni in campo e nulla più.
Quella in corso avrebbe dovuto rappresentare la svolta e la rinascita del campione francese. Tutto è sfumato, definitivamente, dopo le analisi di rito al termine della partita di esordio in campionato della Juventus ad Udine. Esito: positivo al testosterone ed immediata sospensione. E non era nemmeno sceso in campo.
Non c’è pace per Pogba
L’anno 2023 si è chiuso senza alcun rimpianto per il centrocampista francese della Juventus. Quasi non bastasse la sospensione a causa della positività al testosterone, altre nuove, agghiaccianti verità sul giocatore sono venute fuori.
Il quotidiano francese L’Equipe ha pubblicato la notizia secondo la quale “Adama C, un parente e amico d’infanzia di Paul Pogba avrebbe organizzato il rapimento del calciatore della Juventus“, come riportato da Tuttosport.com.
A questa conclusione sono arrivati gli inquirenti che indagano sul sequestro e sull’aggressione, sotto la minaccia delle armi, subita da Paul Pogba. Siamo a marzo del 2022.
Una figura che era stata difesa inizialmente dal centrocampista francese che lo riteneva, erroneamente, vittima anch’esso dell’oscura trama, ma che invece alcune nuove prove inchioderebbero alle proprie responsabilità. Un sequestro di persona al fine di richiedere un riscatto di 25 milioni di euro.
Somma che poi è scesa a 13 milioni nel momento dell’agguato “con l’obiettivo di strappare almeno un milione a testa, ma anche la gestione dei diritti di immagine del campione francese“, come riporta gazzetta.it. Per tale motivo dopo la morte dell’agente del calciatore, Mino Raiola, i componenti della banda si sono ripresentati armati alla Continassa per obbligare Pogba a passare sotto la loro ‘tutela’.
Soltanto allora è apparso sulla scena Mathias Pogba, fratello del centrocampista, anche lui evidentemente desideroso di estorcere denaro al celebre familiare e che pertanto risulta sotto inchiesta ‘solo’ per tentata estorsione, ma non per il sequestro di Paul.