L’ex attaccante Andrea Carnevale, oggi dirigente sportivo, fa rivelazioni importanti sulla sua vita e su alcuni aspetti inediti
Il Napoli dell’epopea di Maradona è stato quello, come sanno tutti i tifosi azzurri, della famosa ‘Ma-Gi-Ca’. Maradona, Giordano e Careca, un trio delle meraviglie che ha scritto la storia. Ma in quegli anni c’era anche un altro giocatore fortissimo, che ha contribuito non poco alle vittorie dei partenopei: Andrea Carnevale.
Quattro anni in azzurro, dal 1986 al 1990, con 152 presenze e 47 reti totali. Nella sua carriera, altre maglie importanti indossate, come quelle dell’Udinese e della Roma, e anche quella della Nazionale. Una vita però, calcisticamente e non, decisamente non facile. In campo, pesarono l’esclusione dal giro della Nazionale per la rottura con l’allora Ct Vicini e la squalifica per doping quando era alla Roma, dalla quale fu poi assolto. Fuori dal campo, altre vicende che ne hanno condizionato il percorso.
Su tutti questi aspetti, Carnevale si è raccontato a cuore aperto, in una intervista a ‘Repubblica’, facendo alcune rivelazioni inedite che hanno lasciato gli appassionati di calcio, e non solo, senza parole.
Andrea Carnevale, la storia della sua famiglia commuove tutti: “Mi fa male”
L’ex attaccante, oggi osservatore dell’Udinese, ha raccontato di come la sua esistenza familiare sia stata stravolta da giovanissimo, ad appena 13 anni. Spiega infatti che il padre uccise la madre, per poi suicidarsi alcuni anni dopo.
“Mi fa male quando leggo dei femminicidi e di cosa succede a certe donne – dichiara – Ricordo di quando parlavamo con i carabinieri di quello che succedeva in casa mia e loro mi dicevano: ‘Se non vediamo il sangue non possiamo fare niente‘. Il giorno della morte di mia madre dissi al maresciallo: ‘Ecco il sangue che volevi‘”.
Carnevale, poi, si assume la responsabilità degli errori commessi, per la vicenda doping e non solo: “Ho commesso i miei sbagli. Ma sono stato danneggiato dai racconti della mia ex moglie (Paola Perego, ndr) sui miei tradimenti e la mia depressione. Non sono stato l’unico a sbagliare però in quel matrimonio, non voglio che tra qualche anno i miei nipoti mi guardino in un certo modo. Sono stato lasciato solo e tradito a mia volta”. C’è spazio per un sorriso, nel ricordo di Maradona: “Il giocatore più forte del mondo, faceva venire la tremarella ogni giorno, era immenso. Con lui si partiva sempre da uno a zero. Mi ha reso ricco, di animo, di cuore e anche di soldi”.