A Roma, e non solo si parla ancora dell’addio di Mourinho, e del futuro di De Rossi sulla panchina dei giallorossi: le sue parole hanno stupito tutti
Daniele De Rossi ha ricevuto il compito di salvare la Roma. Ancora una volta. L’ex centrocampista giallorosso, che ha vinto un Mondiale con l’Italia, e che per anni ha rappresentato l’altra (o la stessa) faccia del romanismo, traghetterà la squadra che (fu) di José Mourinho fino alla fine della stagione, almeno.
La stessa che il portoghese, secondo i Friedkin, non stava andando bene. Noni in classifica, ai sedicesimi di Europa League, perché secondi in un girone abbordabile, contro il Feyenoord eliminato dalla Lazio in Champions League, contro la quale si è perso il derby che avrebbe regalato la semifinale di Coppa Italia, sono risultati che non sono accettabili. Anche tutto gli alibi del caso, infortuni su tutti, soprattutto quello di Chris Smalling, che è tornato a scrivere sui social.
Ecco, DDR, come lo si chiama dalle parti della Capitale, dovrà fare meglio. Con lo stesso materiale a disposizione, sapendo che a giugno potrebbe essere diventato molto più che un sostituto, ma l’allenatore della squadra in cui ha trascorso più di 18 anni della sua carriera, la stessa che tifava fin da bambino. In diretta su Controcalcio, l’ex portiere della Fiorentina Emiliano Viviano ha detto la sua a riguardo.
Viviano condanna i risultati di Mourinho, ma poi rivela: “Non l’avrei cacciato”
Interrogato dal padrone di casa, Damiano Er Faina, l’ex estremo difensore ha iniziato dicendo che “Daniele è la Roma. E io sono contento per lui”, ma poi ha ammesso che “non è un lavoro facile, da un certo punto di vista”. Dall’altro, ha continuato, “è difficile fare peggio a livello di risultati. Che non sono arrivati per una serie di motivi”, ha però “bisogno di qualcosa, almeno che molti infortunati stiano bene”.
A domanda, ancora, di Coccia, Viviano ha spiegato che lui, nonostante le premesse, non avrebbe mandato via Mourinho, ma, ha detto, “capisco il motivo per cui è stato fatto”. Si voleva dare uno scossone, innanzitutto, ma “si era creato qualcosa a livello mediatico, ambientale – ha concluso – perché non era più il difensore di tutti, amato da tutti”. E quindi, appunto, la scelta di farlo fuori.