Il ricordo di Gigi Riva è stato macchiato dai fischi di Riyad, è l’ennesimo segnale di un calcio che ha perso un’opportunità sul fronte della dignità.
La scomparsa di Gigi Riva è un triste evento che ha commosso la maggior parte dei tifosi in Italia ed è diventata un oggetto di contestazione nella finale di Supercoppa. Un segnale da non sottovalutare per il futuro.
Il mito di Gigi Riva è celebrato da quanti lo hanno visto in campo e da un’intera regione come la Sardegna che ha proclamato il lutto sino alle celebrazioni dei funerali. Il calciatore proveniente da Leggiuno era diventato il più sardo fra i sardi, un attaccante che per la Nazionale ha dato tutto in termini di gol e soprattutto di infortuni, un campione amato e rispettato.
I fischi arrivati a Riyad intorno alle 21 sono stati un duro colpo al cuore per quanti (ancora) credono nel calcio. Una brutta figura, l’ennesima, di uno sport che ha smarrito identità e passione: contano di più i soldi degli arabi o avere una dignità umana?
Fischi a Riva, il calcio ne esce a pezzi
I fischi sono arrivati dal pubblico arabo mentre i tifosi di Napoli e Inter cercavano di coprirli con gli applausi. Uno spettacolo televisivo stucchevole, ascoltare dagli arabi tutto questo fa riflettere. Il raccoglimento riservato a Gigi Riva, le cui immagini campeggiavano nei maxi schermo, sarà ricordato più di quanto visto in campo dalle due squadre. È una brutta figura per tutti, per gli arabi e anche per il calcio italiano che ha puntato con tanto trasporto sulla Supercoppa dall’altra parte del mondo.
La cultura araba non prevede momenti di raccoglimento per le persone scomparse, prima di Riva era stato macchiato il ricordo di Franz Beckembauer. Tutto ciò è avvenuto prima dell’incontro di Supercoppa spagnola tra Real e Barcellona: il 7 gennaio scorso era così arrivato il primo messaggio non troppo edificante nel mondo del calcio.
Le polemiche non mancano, i social si sono scatenati con pareri netti sulla vicenda. Molti sottolineano come questi fischi dovrebbero rappresentare anche la fine dei rapporti calcistici tra Italia e Arabia Saudita, ma i fondi messi in ballo dagli sceicchi saranno sempre un’attrazione fatale per il calcio nostrano, inutile credere il contrario. Nelle scorse ore, per altro, si è riparlato della chance di far giocare un’intera giornata di campionato all’estero: immaginate queste scelte in dieci stadi per capire come l’idea sia quanto meno bislacca.
I problemi del calcio italiano arrivano anche da una presa di posizione netta che latita, non si può sempre copiare il modello estero e andare dall’altra parte del mondo per ricevere queste mortificazioni. Il denaro dell’Arabia non può sostituirsi ai sentimenti e cancellare il ricordo dei tifosi. Quanto visto a Riyad è un segnale di allarme sempre più evidente, le sirene suonano da tempo ma l’uditorio è sempre più sordo.