L’inviato de Le Iene che ha firmato il servizio sugli arbitri parla a Controcalcio del polverone che ne è scaturito ed emergono nuovi dettagli sconvolgenti
Il servizio de Le Iene sugli arbitri torna a far discutere. Al direttore di gara con il volto coperto e la voce camuffata che ha attaccato i suoi colleghi, continuando a screditare il sistema in cui operano. Non sarebbe difficile neppure in condizioni normali, considerato che sono spesso bersaglio dei tifosi, della società, degli allenatori, dei giocatori, insomma del sistema calcio, hanno risposto direttamente dall’Aia.
L’associazione ha detto che qualsiasi problema ci sia all’interno, piuttosto che parlarne dietro una telecamera senza esporsi in prima persona, sarebbe meglio se venisse denunciato alle autorità che si devono occupare di vigilare. Ma ha anche dato piena fiducia al designatore arbitrale, Gianluca Rocchi, uno dei fischietti migliori del passato recente del mondo del pallone italiano, e internazionale. All’Aia, ecco, direttamente dalla live di Controcalcio su Twitch, ha replicato ancora Filippo Roma, l’inviato de Le iene, che ha spiegato per lo più il modo utilizzato dal programma.
A chi gli ha chiesto se sarebbe stato più interessante sapere il nome di chi ha parlato, il personaggio televisivo ha risposto che sì, “ma noi tradizionalmente tendiamo a denunciare più il peccato che i peccatori”, anche perché “lanciarsi nel fare un nome comporta anche dei rischi legali”.
Filippo Roma a Controcalcio sul caso arbitri: “Ricorso alla giustizia sportiva? Dipenderà da lui”
Roma ha anche spiegato che “nelle prime fasi della nostra inchiesta, cerchiare sempre di dire il peccato”. Loro, ha specificato, i nomi li conoscono, “ovviamente, ma non li abbiamo pubblicati”, e questo perché lui li ha fatti.
Quanto al consiglio che l’Aia ha dato all’arbitro che è stato intervistato a volto coperto, l’inviato de Le iene ha detto che non possono certo loro a decidere per lui: “Ricorso alla giustizia sportiva? Dipende dalla sua volontà, questo non lo sappiamo. Non sappiamo come lui intenderà procedere”.
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Questa, appunto, sarà una decisione sua. Fondamentale perché potrebbe creare un vero e proprio terremoto in una classe arbitrale che già non gode di ottima stima nella popolazione, e anche nel mondo del calcio.