È ufficiale la maxi-squalifica: il giudice sportivo lo ha sanzionato con 11 giornate di stop. Ecco di chi si tratta
Il consiglio comunale di Udine ha bocciato la proposta di concedere la cittadinanza onoraria a Mike Maignan, fatto oggetto di vergognosi cori razzisti in occasione del match tra il suo Milan e l’Udinese, al “Bluenergy Stadium”, lo scorso 20 gennaio.
Per l’approvazione della proposta occorrevano i tre quarti dei voti favorevoli dei consiglieri ma la minoranza di centrodestra ha votato compattamente contro la proposta del primo cittadino Alberto Felice De Toni che guida un’amministrazione di centrosinistra.
Sarebbe stata, la cittadinanza onoraria, una sorta di risarcimento morale a Maignan oltre che un forte messaggio contro la discriminazione razziale nonché la dimostrazione che anche a Udine sono i razzisti a non avere diritto di cittadinanza. Ma tant’è.
Comunque, gli insulti al numero 1 rossonero sono stati sanzionati dal giudice sportivo con un turno a porte chiuse per il club friulano mentre i tifosi rossoneri hanno fatto interrompere il match del Diavolo contro il Bologna, a ‘San Siro’, al 16esimo minuto (come il numero di maglia di Maignan) in segno di solidarietà al portiere francese e per tenere i riflettori accesi su un fenomeno, il razzismo nel calcio, che proprio non si riesce a eradicarlo come testimonia l’ultimo episodio in ordine di tempo che ha indotto il giudice sportivo a usare la mano pesante infliggendo ben 11 giornate di squalifica.
Promozione, 11 giornate di squalifica per razzismo
L’ennesimo, increscioso episodio a sfondo razzista ha avuto luogo al termine del match tra Praese e Loano, valido per il campionato Promozione e che gli ospiti hanno vinto imponendosi per 1-3, con due gol negli ultimi minuti di gioco. Finale di match, dunque, emozionante e adrenalinico ma che evidentemente deve aver acceso gli animi tant’è vero che dopo il triplice fischio arbitrale il clima si è a tal punto infuocato che si è arrivati allo scontro verbale e quasi fisico.
Protagonista in negativo è stato Marco Repetto, viceallenatore della Praese, che, stando a quanto si legge nel comunicato della FIGC che riporta il provvedimento del giudice sportivo, ha rivolto “un’espressione gravemente discriminatoria per razza a un calciatore avversario tentando successivamente di venire alle mani con lui”.
Soltanto il tempestivo intervento dell’arbitro e di un dirigente della sua società ha evitato un ‘incontro ravvicinato’ tra i due. Un comportamento, quello di Marco Repetto, censurabile e aggravato dallo status professionale di ‘viceallenatore’, cioè di chi dovrebbe fungere da modello positivo per i calciatori, che, come anticipato, è stato sanzionato con uno stop di 11 giornate. Tre i turni di stop, invece, per Luca Albertoni, sempre della Praese, per le espressioni “gravemente irriguardose” rivolte a un avversario.