Antonello Cuccureddu a Controcalcio.com analizza il momento attuale della Juventus e fa una considerazione sibillina sul ruolo di Giuntoli
Tre partite, un punto, l’Inter che se ne va. La Juventus sta attraversando il momento più critico della sua stagione proprio quando era chiamata a dare una prova di forza al campionato. L’ultima battuta di arresto è arrivata lunedì sera, all’Allianz Stadium contro l’Udinese, vittoriosa per 1-0 grazie a una rete rocambolesca – comica se si pensa all’intervento di Alex Sandro – segnata a metà primo tempo da Lautaro Giannetti.
Adesso, i margini della Juventus per continuare a sognare lo scudetto sembrerebbero davvero minimi. Perché i nerazzurri si stanno confermando una squadra schiacciasassi, un po’ come il Napoli dello scorso anno. Ma soprattutto perché la compagine piemontese sta lanciando segnali preoccupanti sotto ogni profilo. Dalla mancanza di lucidità allo scarso agonismo, da una condizione fisica non esaltante a una manovra di gioco sterile ed esteticamente anonima: Massimiliano Allegri avrà tanto da lavorare al JTC Continassa per cercare di riportare i suoi ragazzi in carreggiata.
Di questo e tanto altro la redazione di Controcalcio.com ha parlato in un’intervista esclusiva con Antonello Cuccureddu, storica bandiera della Vecchia Signora, prima nelle vesti di calciatore (1969-1981) e poi nelle vesti di allenatore (Primavera e Vice, tra il 1988 e il 1991).
“È una squadra che non mi soddisfa, ecco cosa manca”, parla Antonello Cuccureddu
“In questo momento è una squadra che non mi soddisfa molto, come penso che non soddisfi tutti gli juventini”, ha esordito Cuccureddu facendo il punto della situazione in casa bianconera.
La chiacchierata si è poi spostata su un tema che sta facendo parecchio discutere in queste ore e che porta dritto alla seguente domanda: il problema maggiore della Juventus riguarda l’organizzazione o la qualità dei singoli? “Sicuramente manca qualcosa a centrocampo: un vero regista, qualcuno che ragioni in quella zona – spiega Cuccureddu a Controcalcio – Io dico sempre che se avessimo avuto Pirlo sarebbe stata un’altra squadra”.
Ma il 74enne ex difensore di origini sarde non vede altre grosse lacune nell’organico e ritiene che vi siano gli estremi per ritrovare la giusta via: “Sia avanti che sulle fasce i giocatori ci sono. Ora sta all’allenatore cercare di definire l’assetto giusto per i calciatori che ha a disposizione”.
Cuccureddu, come dicevamo, ha una visione tutt’altro che pessimista. Anzi, sostiene che Vlahovic e compagni abbiano ancora buone chance di lottare per il titolo: “Il distacco si sta allungando, ma non è finita: reagire è nel DNA di questa società e di questa squadra“.
Successivamente, prendendo spunto dalla mancanza di un “vero regista” nella rosa bianconera, abbiamo chiesto all’ex calciatore se ritiene che Cristiano Giuntoli stia svolgendo un buon lavoro. “Lo considero uno dei migliori. Il suo problema è che molto dipende dalle tasche della società“. Gli abbiamo dunque fatto notare che quando il direttore sportivo militava nel Napoli qualche colpo ‘low cost’ l’ha messo a segno. “Se si tratta di Juve, sai, le cose cambiano”, ha sottolineato senza aggiungere altro, alludendo forse alla posizione non ancora determinante del dirigente toscano all’interno dell’organigramma piemontese.
Cuccureddu: “Stimoli? La Juve non è una provinciale. Conte è un vincente, mi farebbe piacere se tornasse…”
Tornando a parlare del prosieguo di stagione, Cuccureddu è del parere che i sette punti di ritardo dall’Inter non siano tantissimi ma che la Juve “deve darsi una mossa, anche perché dietro sta arrivando il Milan”. In quanto invece agli stimoli che potrebbero venire a mancare di qui a poche settimane, con la definitiva uscita dalla corsa scudetto, l’ex difensore non vuole sentire scuse: “Gli stimoli devono essere sempre quelli. Si parla di Juve, non di una squadra provinciale. Chi indossa quella maglia lì deve esserne consapevole e dare sempre il massimo”.
A proposito di ciò, in queste ultime ore sono diversi i giocatori della Juventus finiti nel mirino della critica per il rendimento al di sotto delle aspettative e per un atteggiamento poco determinato. In primis Chiesa, reduce da diverse prestazioni davvero poco entusiasmanti. “Le critiche ci son sempre, ma Federico per me è un grande”, ha affermato Cuccureddu, il quale preferisce concentrarsi sul gruppo anziché sulle individualità: “Sono convinto che tutta la Juve possa fare meglio”.
Infine, col classe ’49 nativo di Alghero abbiamo affrontato l’argomento panchina, domandogli innanzitutto se ritiene che Allegri sia l’uomo giusto per la Juventus del presente e del futuro. “In Italia se non vinci ti cambiano subito (ride, ndr)… Allegri lo conosciamo tutti, ha vinto ed è un ottimo allenatore. Credo che molto dipenda più dai giocatori: puoi essere anche il migliore al mondo, ma se i giocatori non rendono fai fatica”.
E sull’ipotesi di un clamoroso ritorno di Conte: “Io sono molto amico di Antonio. Se tornasse lui mi farebbe piacere, così come a tanti juventini. Perché è un vincente“, ha osservato Cuccureddu. Altre piste invece lo convincono un po’ meno: “In questo momento bisogna saper scegliere, dato che per chi subentra sarà molto dura. Profili emergenti? Non penso. Ora come ora c’è bisogno di gente con carattere e, soprattutto, esperienza. Poi solitamente alla Juve non arrivano allenatori giovani, al di là del loro valore. Si preferisce puntare sull’esperienza, che è una qualità che conta parecchio, assieme alle capacità”.