L’Inter va, la Juve è andata. O perlomeno così sembra dalle ultime partite della squadra di Inzaghi e quella di Allegri, ma se si invertissero alcuni elementi? Tutto ribaltato
Una cosa è certa, al momento, in stagione: l’Inter non rifarà il triplete come nel 2010. Non lo farà, ovviamente, perché è stata eliminata dal Bologna in Coppa Italia, ma questo non significa che il suo anno non possa concludersi con più di un trofeo.
Innanzitutto perché uno è stato portato a Milano da Ryad, la Supercoppa italiana, poi perché la squadra di Simone Inzaghi ha nove punti in più della Juve seconda in classifica, e anche perché, in Champions League, al momento, con il Manchester City, è la più in forma. Togliendo un attimo di mezzo le coppe europee, rimaniamo sulla Serie A, e quindi sui bianconeri di Massimiliano Allegri. Fino a prima del derby d’Italia, si prospettava uno scudetto combattuto punto a punto tra le rivali di sempre, come ai vecchi tempi, poi tutto è cambiato, tranne il gioco del tecnico livornese.
Il catenaccio e contropiede, in un periodo di calcio champagne – che poi sarebbe quello che ogni settimana (anche più volte alla settimana) mostrano i nerazzurri sul campo – non va, non premia, e spesso è anche molto prevedibile.
“Con Allegri-Inter e Inzaghi-Juve classifiche ribaltate”, tutti d’accordo in diretta
Ecco, quindi, che tutto sarebbe diverso, ancora, se i due allenatori si cambiassero i ruoli: ovvero Allegri finisse all’Inter e Inzaghi arrivasse alla Juve.
Con la sola Coppa Italia, oltre al campionato ovviamente, nella diretta di Controcalcio su Twitch, sono tutti sicuri che anche la classifica verrebbe ribaltata. Anzi, c’è chi si spinge oltre: per Luca Cohen, per esempio, il piacentino ex Lazio alla Continassa avrebbe addirittura dieci punti in più dei nerazzurri, per Damiano Er Faina, invece, il distacco ci sarebbe sì, ma non così netto, giusto sei/sette in più per la Juve sull’Inter.
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Perché l’allenatore conta, anzi è fondamentale, e uno come Inzaghi, che aveva stupito tanti già a Roma, lo è ancora di più. Perché la quantità di palloni che arrivano in area a Lautaro Martinez è più o meno la stessa che riceveva Ciro Immobile quando ha eguagliato il record di gol di Gonzalo Higuain ed è diventato Scarpa d’oro. Perché lo scopo dell’Inter è segnare e limitare i danni in difesa, cosa che riesce con molta facilità, o perlomeno così sembra, considerato che ha subito solo 12 gol in campionato.