L’ultima partita dell’Atalanta è seguita da una lunga scia di polemiche, che non termina neppure a ormai poche ore dall’Inter
La sera di mercoledì 28 febbraio ci si gioca un bel pezzo di scudetto. Il derby lombardo tra Inter e Atalanta è molto più che una semplice sfida sul campo. Oltre a essere il recupero della 21esima giornata di Serie A, è il match tra due delle squadre più in forma del campionato – in mezzo può finirci solo il Bologna di Thiago Motta.
Entrambe volano verso i rispettivi obiettivi e questa giornata ‘bonus’ potrebbe dare ulteriore impulso alla classifica. È inevitabile sottolineare che si guarda soprattutto alla vetta, con i padroni di casa che creerebbero il vuoto alle loro spalle. A quel punto, servirebbe un miracolo a Juventus o Milan per tornare in gioco.
In ogni caso, l’avvicinamento alla partita per la Dea non è così semplice. In primo luogo, c’è un calendario asfissiante, di cui si è lamentato anche Gian Piero Gasperini, a complicare le cose e poi ci sono polemiche per l’incontro di domenica scorsa contro i rossoneri.
Il rigore in Milan-Atalanta non smette di creare polemiche
L’episodio che ha portato al penalty, decisivo per l’1-1 finale, è ormai noto a tutti: Olivier Giroud ha allungato la gamba e ha colpito Holm, che è rimasto a terra toccandosi la testa. Dopo un controllo Var, l’arbitro ha indicato il dischetto – il rigore poi è stato realizzato da Koopmeiners.
Per molti, però, si tratta di una decisione piuttosto generosa, oltre che pesantissima. Se n’è parlato anche su Twitch, in diretta su Controcalcio, dove Augusto Sciscione ha commentato l’episodio in termini piuttosto forti: “Può essere identico anche all’episodio del derby (tra Roma e Lazio di Coppa Italia, ndr.), ma lì non c’è stata simulazione. In questo caso, c’è la certezza che si trattasse di una simulazione“.
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Ovviamente, si riferisce al comportamento di Holm che, pur essendo stato colpito in una parte più bassa, è crollato a terra tenendosi il capo. “Quando c’è una simulazione, per me non è rigore. Al derby il colpo c’è stato, stop”, conclude Sciscione. A norma di regolamento conta l’entità del contatto, ma il suo pensiero può essere comunque parecchio condivisibile per molti tifosi del Milan.