Inedito quanto svelato da José Mourinho, che ha scavato nella memoria per rivangare un episodio che ha spiazzato i tifosi
Tagliente, sarcastico, provocatorio, grande comunicatore, ottimo allenatore, capopopolo come forse non ce ne sono di pari livello: tutto questo, e in realtà molto altro, è José Mourinho, uno dei personaggi con la P maiuscola non solo del mondo del calcio, ma dello sport in generale. Di lui si dice semplicemente: o lo ami o lo odi. Ovviamente in senso calcistico, ci mancherebbe.
Grande catalizzatore di entusiasmo e anche di quel senso di accerchiamento utile a fare gruppo contro l’avversario – il famoso ‘rumore dei nemici’, come ebbe modo di dire nella sua seconda gloriosa stagione alla guida dell’Inter – il portoghese è divisivo come pochi.
Nella sua carriera gli è capitato di essere osteggiato da una tifoseria che poi, ritrovandoselo come tecnico 11 anni dopo, lo ha eletto simbolo della sua identità. Del senso di appartenenza che la maglia imponeva di rispettare e di alimentare non solo ogni qualvolta si scendeva in campo, ma anche nelle parole. Negli atteggiamenti. Nella passione con cui portare avanti la missione.
Stiamo ovviamente parlando dell’emozionante viaggio fatto dal tecnico lusitano come allenatore della Roma. Un club entrato sottopelle allo Special One, che però forse ancor più profondamente è entrato nel cuore di tutti i tifosi giallorossi. Per la ‘sua’ Roma Mourinho si è disperato a Budapest, dopo la finale di Europa League persa contro il Siviglia nello scorso maggio. Ma non ha pianto. Quello no. Quello lo ha fatto solo una volta nella sua vita. E il racconto, uscito dalla sua stessa bocca, è stato vivido.
La prima ed unica volta di Mou: “Piangevo mentre guidavo”
Intervistato da Prime Video Sport, il lusitano – oltre 1000 panchine in carriera – ha raccontato di quella maledetta notte di Madrid. Di quella sconfitta tremenda, beffarda, anche perché consumatasi nello stesso stadio, il Santiago Bernabeu, che due anni prima aveva visto il trionfo della sua Inter nella finale di Champions contro il Bayern. E proprio i bavaresi si presero la loro ‘vendetta’ nei confronti di Mourinho, che non trattenne le lacrime fino all’arrivo a casa.
“Quella notte è stata l’unica volta nella mia carriera da allenatore in cui ho pianto dopo una sconfitta. Lo ricordo bene… Aitor Karanka ed io ci siamo fermati davanti a casa mia, in macchina, piangendo. È stata molto dura perché eravamo i migliori quella stagione“, ha raccontato lo Special One ricordando la semifinale di ritorno della Champions 2011/12, quella in cui le Merengues furono eliminate ai rigori dal club tedesco. Che poi perse clamorosamente, sempre ai rigori, la successiva finale col Chelsea.
“Ho pianto mentre guidavo per tornare a casa dopo aver perso contro il Bayern. È stata l’unica volta che l’ho fatto. Poi ho ricevuto una chiamata da Mendes che mi dice: ‘Fammi un favore: vai a casa di Cristiano perché è morto“, ha raccontato un emozionato Mou.