La notizia della morte dell’ex biancoceleste che ha scosso l’ambiente Lazio: una storia triste che vede coinvolto il 28enne, che ha perso la vita a causa di un colpo di pistola.
Tantissimi tifosi e addetti ai lavori hanno mostrato vicinanza alla famiglia. Anche la Lazio s’è stretta nel ricordo del calciatore, che ha scritto pagine importanti della storia del club biancoceleste. Il mondo del calcio ha ricordato con commozione il 28enne calciatore che è morto per uno sparo.
Sfortunato protagonista di questa vicenda è l’ex biancoceleste, che ha giocato nella Lazio per diversi anni. Punto di riferimento della squadra, era considerato un leader dello spogliatoio, anche insieme ad altri calciatori che in quegli anni hanno contributo ai successi del club capitolino. La sua morte ha lasciato un vuoto incredibile anche all’interno della squadra e della società.
Ex Lazio morto: la tragedia raccontata dal figlio, ecco la storia di Luciano
Nel corso di un’intervista rilasciata a Repubblica, ecco il racconto straziante del figlio che ha ricordato la morte del padre che è scomparso a causa di uno sparo.
“Non c’è memoria. Una foto, un suono, un profumo… . Delle volte spunta fuori una sensazione che mi aiuta anche se è solo la voglia di ricordarlo che me la fa provare”.
Un vero e proprio campione che ha lasciato un ricordo indelebile nel cuore dei tifosi della Lazio. La sua morte ha sorpreso davvero in tanti: dopo la tragedia in tanti si sono stretti alla famiglia a partire dagli ex compagni di squadra che hanno sostenuto la famiglia e soprattutto il figlio Stefano.
“E’ un’infamia essere ricordati per quello che non si è. Lui era diventato un campione. Aveva lavorato prima nella carrozzeria di Nerviano dove ogni sera, dopo aver smesso di lavorare, con la bicicletta si faceva 15 chilometri per andare ad allenarsi con la Pro Patria di Busto Arstizio. Ha fatto tanti sacrifici per arrivare a quel livello. Non era un giocatore viziato e superficiale, per questo ogni volta lo sottolineo e lo grido ai quattro venti: ecco la storia di mio padre”.
Morte Luciano Re Cecconi
Scomparso il 18 gennaio del 1977, nel quartiere Fleming di Roma, fu ucciso da un gioielliere con un colpo di pistola. L’uomo, Bruno Tabocchini, spiegò di aver scambiato Re Cecconi per un rapinatore. Dopo la tragedia, si raccontò come l’ex centrocampista avesse fatto uno scherzo ed entrando nella gioielleria disse “fermi tutti, è una rapina”. Il processo non riuscì a stabilire la verità anche se portò all’assoluzione dell’orafo. Il dibattito, che si svolse all’epoca in un contesto sociale particolare, si chiuse al primo grado di giudizio.
Questa la storia sulla morte raccontato dal figlio di Luciano Re Cecconi, Stefano, che non ha avuto la possibilità di vivere con il padre. “Le persone che sentono il mio cognome mi chiedono sempre se sono parente a Luciano. Io rispondo che è solo omonimia. Lo faccio per evitare di parlare della sua morte. Anche mamma sta sulle spine quando si ricorda la scomparsa di papà. Il loro matrimonio è durato poco, erano giovanissimi. Lei ha deciso di non risposarsi perché voleva portare avanti il disegno di vita che era stato immaginato da papà con me e mia sorella”.
Chi era Re Cecconi: il ricordo del figlio Stefano e la vicinanza della Lazio
Stefano Re Cecconi sottolinea la vicinanza della Lazio dopo la morte di suo padre Luciano. “Attraverso i racconti dei compagni di squadra sono riuscito a identificare mio padre. Grazie agli incontri con Wilson, Chinaglia, Gigi Martini, Giancarlo Oddi ed altri. Abbiamo formato quasi una seconda famiglia, Oddi e Massimo Maestrelli sono dei punti di riferimento. Poi c’era zio Vincenzo (D’Amico, ndr). Lui e papà erano dei grandi amici e condividevano la stanza in ospedale nel periodo di convalescenza dai loro infortuni. Devo dire che zio, dopo la morte di papà è stato sempre vicino alla famiglia. Sia di persone che con delle telefonate. Il secondo nome che ha dato a suo figlio è Luciano. Devo dire che mi sento fortunato di avere questa famiglia allargata. Inoltre, anche da parte dei tifosi della Lazio ho sempre avuto un grande affetto. Ciò conferma il ricordo che mio padre ha lasciato al popolo biancoceleste”.
Che questo articolo possa servire a non dimenticare mai l’accaduto e dare voce alle parole del figlio.