Il momento poco positivo vissuto dagli arbitri italiani suggellato dalle ultime dimissioni: l’attacco all’Aia non è passato in secondo piano
Quando si parla di arbitri la polemica è sempre servita. In Italia ne sappiamo qualcosa: almeno ogni domenica un episodio sospetto ci capita davanti e crea quelle solite polemiche che poi si riverberano sui social. Polemiche che chiaramente innescano una serie di comportamenti da parte dei tifosi che spesso e volentieri esagerano con i loro commenti alle partite.
Questa volta però uno dei fischietti dell’Associazione Italiana Arbitri (AIA) ha voluto dare un segnale importante alla categoria rassegnando le dimissioni dopo centinaia di partite arbitrate tra Serie A e Serie B. Non un qualcosa che capita tutti i giorni, ma la recente decisione del fischietto della sezione di Molfetta Eugenio Abbattista di dimettersi fa parlare molto di sé e mette in risalto ancora una volta il ruolo dell’arbitro nel calcio italiano.
AIA, Eugenio Abbattista si dimette: “Scendo da un treno impantanato”
Eugenio Abbattista, ormai ex arbitro della sezione di Molfetta, ha deciso di rassegnare le dimissioni presso l’Aia. Il motivo di questa sua decisione lampo? L’inchiesta da parte delle Iene che ha accusato il fischietto pugliese di essere stato “salvato” tre anni fa da un verbale che gli ha impedito di scivolare nelle categorie minori. Abbattista ha inviato una lettera, rilanciata successivamente dal Corriere del Mezzogiorno, all’Associazione Italiana Arbitri e non ha risparmiato nessuno.
Una notizia, quelle delle dimissioni di Abbattista, che getta ancor più benzina sul fuoco e genera ancora più polemiche contro la gestione del disegnatore arbitrale Gianluca Rocchi, che fino a questo momento della stagione ha dovuto fare i conti con altre situazioni spinose.
“Scendere da un treno in corsa è rischioso, scendere da un treno impantanato nel puzzo del pregiudizio, del vittimismo, è la scelta più sensata che potessi fare“, così l’ex arbitro Abbattista che ci ha tenuto a scrivere queste parole per proteggere la sua persona e la sua famiglia: “La mia priorità è proteggere ora la mia famiglia e dare un insegnamento ai miei figli”. Poi precisa: “Non è una protesta la mia, è una necessità di amor proprio“.
Non mancano poi i riferimenti all’Aia, definita un luogo “stuprato da mestieranti della poltrona e del voto”: “Le dimissioni all’Aia? Quelle servono per essere veramente liberi di essere se stessi ed esprimersi”.