Le ultime prestazioni del Milan, che hanno portato a fallire tutti gli obiettivi, fanno discutere, per Balotelli la colpa è (anche) dei giocatori che “camminano in campo”
A fine aprile, per qualche squadra, si può già tracciare un bilancio. Se per l’Inter, la stagione ancora in corso è da incorniciare, la stessa cosa non si può dire del Milan, che ha di fatto fallito tutti gli obiettivi, eccetto la qualificazione alla prossima edizione della Champions League.
Gran parte dei demeriti, specialmente nella vulgata dei tifosi, sono stati attribuiti all’allenatore Stefano Pioli, che a fine anno saluterà quasi sicuramente Milanello nonostante abbia ancora un altro anno di contratto a legarlo ai rossoneri. Per Mario Balotelli, che ha pure riconosciuto la mano del tecnico nel ‘disastro’ del Diavolo, non tutte le colpe, però, possono essere date al parmense.
Durante Vox to box, ovvero la trasmissione di approfondimento di Controcalcio su Twitch in cui è protagonista insieme a Emiliano Viviano e Radja Nainggolan, l’attaccante ha spiegato i motivi per i quali Pioli ha anche delle giustificazioni, specie perché in alcuni casi gli stessi giocatori del Milan non hanno mostrato grande mordente sul terreno di gioco.
Balotelli non assolve nessuno al Milan: “Se Leao non salta l’uomo non è colpa di Pioli”
Contrariamente a quanto hanno affermato gli altri ospiti della trasmissione di Damiano Er Faina, uno su tutti Enerix, ma anche lo stesso portiere dell’Ascoli, per Balotelli “se Leao, per 45 minuti, non salta l’uomo nell’uno contro uno, che colpa ha Pioli?”.
Partendo, infatti, dal presupposto che l’esterno portoghese è suo amico ed è uno dei migliori al mondo nel dribbling, l’ex Milan e Inter ha calcato la mano anche sugli errori che ha potuto commettere nel corso della stagione, che si sono visti in maniera netta specialmente nelle sfide contro la Roma di Europa League, ma anche contro l’Inter e l’ultima contro la Juventus, in cui è arrivato solo uno scialbo pareggio a reti bianche.
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Al netto di questa considerazione, però, c’è da sottolineare che l’allenatore rossonero non ha mai messo il suo giocatore nella condizione di esprimersi al meglio, mostrando altri colpi del suo repertorio oltre a quello di essere infallibile nell’uno contro uno, appunto. C’è da dire anche che è l’allenatore a dover motivare la squadra e tenere le redini del gruppo ma, almeno in questa stagione, non è stato così.