Tra i nomi papabili per la panchina del Milan c’era anche Roberto De Zerbi, ecco perché la sua candidatura è stata depennata
La telenovela sull’allenatore del Milan sta per concludersi. Nei prossimi giorni, si avvierà il nuovo ciclo del club rossonero, che pare aver imboccato una certa strada con decisione.
Domani sera, l’ultima in panchina di Stefano Pioli, che sarà poi congedato immediatamente. Venerdì prossimo, nell’amichevole che il Milan svolgerà contro la Roma in Australia in panchina ci sarà temporaneamente Daniele Bonera. Per poi lasciare spazio, nel ritiro precampionato e in tutto ciò che seguirà dopo, il nuovo tecnico, che a questo punto sarà con ogni probabilità Paulo Fonseca.
Milan che alla fine ha scelto il tecnico portoghese ex Roma, con il quale ha intensificato e accelerato il dialogo, per arrivare a chiudere nel giro di pochi giorni. La sua candidatura ha prevalso su tutte le altre circolate negli ultimi giorni, tra cui c’era anche quella di Roberto De Zerbi. Un profilo tornato in auge all’improvviso, dopo il suo addio al Brighton, un nome che ha contribuito inevitabilmente a infiammare il valzer degli allenatori che già coinvolge diversi nomi importanti.
Sarebbe stato di sicuro suggestivo, per la proposta di gioco portata avanti da allenatore in questi anni e per i suoi trascorsi nelle giovanili milaniste da giocatore, veder tornare De Zerbi a Milanello. Candidatura che è stata anche presa in considerazione, ma poi, alla fine, scartata dalla dirigenza.
De Zerbi fuori causa, ecco perché il Milan ha preferito un altro profilo: il retroscena
Probabilmente, per molti tifosi del Diavolo un nome come quello di De Zerbi sarebbe stato l’ideale per avviare un nuovo ciclo, ma il club non la pensava in questo modo. E a spiegare quale sarebbe stato il retroscena a portare alla virata su un profilo differente, ci pensa la giornalista del ‘Corriere della Sera’ Monica Colombo.
Intervenuta nel corso di una trasmissione su ‘Radio Rossonera’, la giornalista ha spiegato come mai le perplessità partissero da lontano: “All’inizio, il discorso della clausola serviva da giustificazione. Parlando con i dirigenti, poi, si capiva come pensassero che De Zerbi aveva un modo di vivere la professione un po’ da accentratore, in maniera totalizzante”. Una attitudine ingombrante, evidentemente, per i piani alti del club, che hanno optato dunque per un profilo più ‘soft’ da questo punto di vista.