L’ex portiere era presente a Pasadena ad Usa ’94 e a Controcalcio.com ricorda la gara con il Brasile che decise la coppa del Mondo
L’anniversario più brutto e quello che fa più male in assoluto della storia del calcio azzurro. Non per niente in Italia, la data del 17 luglio del 1994, è ricordata come quella della finale maledetta.
Un giorno che nessun italiano, amante o meno del calcio, dimentica. Tutti si ricordano dove fossero quel giorno, quel 17 luglio del 1994. E tra questi c’è Gianluca Pagliuca che quella data ce l’ha ben impressa nella memoria, anche perché lui era lì, a Pasadena, lo stadio dove si è giocato Italia-Brasile, finale di Coppa del Mondo, quella dove Roberto Baggio ha sbagliato il rigore decisivo. “Che poi Roby non fu l’unico a sbagliare e neanche è mai stata colpa sua, come non fu di nessuno”, ricorda amaramente Pagliuca a Controcalcio.com.
Non ha una grande voglia di parlare, l’ex estremo difensore di Sampdoria, Inter e Bologna, ma soprattutto in questo caso della nazionale italiana. “Che cattivi che siete a chiamarmi proprio questo giorno, ma è anche giusto e normale”, dice l’ex portiere quasi sorridendo, tanto che poi si mette un po’ a suo agio e parte: “Non nego che ci penso spesso a quel giorno, soprattutto quando si avvicina, chi lo scorda, ricordo tutto, il caldo, la tensione, la voglia di vincere e l’amarezza, la tristezza e il senso di vuoto totale a fine gara, mamma mia che dolore ancora forte che c’è…”.
A tanti quel giorno è mancato il respiro nell’istante in cui la famosa palla di Roberto Baggio è volata alta sulla traversa della porta difesa da Taffarel. “Pensare che tanti hanno dato la responsabilità a Roby – racconta Pagliuca -, ma è stata la cosa più ingiusta che si potesse dire e fare, noi sapevamo bene che se eravamo lì, il merito era soprattutto suo. Nessuno di noi infatti si è permesso di dire nulla a lui anzi c’era il dispiacere enorme che fosse capitato proprio a lui che più di tutti non lo meritava…”.
Non solo l’amarezza per quanto capitato a Roberto Baggio, anche la certezza che “Signori se potesse tornare indietro, non rifarebbe mai la scelta che ha fatto, ossia di non giocare centrocampista”, ricorda Gianluca Pagliuca che poi racconta quegli attimi, svelando retroscena: “Beppe fece una cavolata, si può dire dai, ma lo dice anche lui, ci mancò in quella situazione, già quella cosa prima della finale un po’ guastò l’atmosfera, dovevamo solo pensare a giocare. Fu una riunione tra loro due, ma sapemmo subito cosa era accaduto…”.
Gianluca Pagliuca un po’ si scioglie, anche se c’è sempre quel velo di tristezza che avvolge ogni cosa: “Se ci penso? Mamma mia, ma certo che domanda, giochi una finale di un mondiale, non è una cosa che capita ogni giorno, per questo dicevo di Signori e il rammarico che secondo me ha ancora oggi. Io ho solo un’immagine che mi porto sempre dietro e ci penso: quel rigore di Romario che accarezza il palo e va dentro, quando io in realtà pensavo che potesse uscire. Ecco, io ho quel replay in testa ogni volta…”.
Un ricordo che non si toglie mai dalla testa, per stessa ammissione di Pagliuca come il silenzio e i pianti a fine gara: “Nessuno aveva voglia di parlare, ma sa perché? Al di là della sconfitta ai rigori, che quella già ti ammazza di suo, il rammarico forte era che quel Brasile lì, sinceramente, era forte, va bene, ma non era una squadra stellare, si poteva battere e noi, magari, anche a rivedere la gara, qualcosa di più si poteva fare. Quell’Italia lì poteva vincere prima di arrivare ai rigori”.
“Dispiace solo che, tra tante nazionali che hanno fatto peggio ai mondiali – sottolinea Pagliuca – la nostra è quella che viene ricordata nel modo peggiore, è vero abbiamo perso la coppa del mondo, ma ai rigori e per arrivare lì facemmo una cavalcata importante, non partimmo benissimo, ma poi anche grazie a Roby (Baggio ndr) arrivammo con merito in finale”.
L’altra cosa che ricorda nitidamente fu il ritorno in Italia: “A noi nessuno ci disse nulla, poche cose, ma a Sacchi, mamma mia fu contestato in maniera feroce, anche fin troppo esagerata, forse per come aveva trattato alcune situazioni come Signori, non lo so, ma venne massacrato”.
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