La scomparsa del tecnico svedese ha scosso l’ex allenatore e opinionista Sky che a Controcalcio.com lo ricorda con grande affetto
“Triste ma grato di aver conosciuto una persona così speciale e unica…“. E’ emozionato, dispiaciuto per a scomparsa di Sven Goran Eriksson, ma Fabio Capello lo ricorda con grandissimo affetto e calore. “Eravamo preparati, ma fa sempre male quando succede”, dice l’ex tecnico di Roma e Milan a Controcalcio.com.
Non che fossero amici per la pelle, ma uno come Fabio Capello ha sempre avuto una certa ammirazione per Sven Goran Eriksson. Si sono affrontati tante volte sul campo e l’ex tecnico di Roma e Milan l’ha sempre considerato “uno dei più bravi e più preparati“, anche perché, ricorda Fabio Capello, “quando lo affrontavo avevo sempre una certo timore perché mi creava sempre problemi, non era affatto semplice affrontare Sven“.
Dal punto di vista tecnico, insomma, Eriksson secondo Capello era davvero “un allenatore in gamba, per non parlare dell’uomo: gentile, buono e sempre disponibile. Una persona della mia generazione, di quelli che siamo tutti d’un pezzo ma trasparenti”. E riguardo a questo l’ex tecnico e opinionista Sky rammenta: “Ancora ricordo, anni fa ebbi l’occasione di andarlo a trovare a casa sua in Portogallo, fu una giornata bella. Mi ripeto, ma è la verità non perché in questi casi si dice tutto il meglio, ma Sven era una persona meravigliosa, lo ricordo con tantissimo affetto“.
Sul campo si sono sfidati diverse volte, quando Capello era al Milan soprattutto, con Eriksson che allenava prima la Sampdoria e poi la Lazio con cui ha vinto lo scudetto. E proprio in questa situazione l’ex allenatore, che all’epoca allenava la Roma, ricorda una partita in particolare, il primo derby, il “mio primo derby”.
“Quanto era dura sfidarlo”, il ricordo di Capello
Sentir parlare Fabio Capello di un suo collega in questo modo è particolare, ma lui insiste, soprattutto su quella partita, il primo derby da allenatore della Roma, era il 1999 e i giallorossi riuscirono a vincere per 4-1. Fu uno choc per la Lazio: “Quando affrontavo Eriksson avevo sempre un certo timore perché creava problemi ed bravo, ogni volta soffrivo. E quel derby lo preparai in qualche modo su di lui ma soprattutto su Sinisa Mihajlovic che in quel momento era la sua prima fonte di gioco. Sinisa altro grande campione e uomo meraviglioso…”
“Devo ammettere che qualcosa da lui presi negli anni – ammette Capello -, perché aveva qualcosa che mi piaceva nel suo modo di preparare le squadre. Vincemmo quel derby e, in un certo senso, se ci ripenso ancora non mi capacito di averla vinta così largamente perché quella Lazio di Eriksson era fenomenale, una sqadra fortissima, tanto che quell’anno stesso, poi, vinsero lo scudetto che poi vinsi anche io l’anno dopo. E con Sven ci facemmo gli auguri reciproci. Era una persona speciale“.
Per Fabio Capello se ne è andata una “persona eccezionale“, uno di quelli che si ricorda per “la sua gentilezza, disponibilità e anche bravura. Una di quelle belle persone che fanno parte di una certa generazione“. Il ricordo dell’ex tecnico di Milan e Roma è struggente: “Quando seppi del tumore ci rimasi malissimo e fui scosso, mi dispiacque tanto per Sven, da un certo punto di vista eravamo un po’ preparati, ma quando viene il giorno dell’addio è sempre qualcosa che fa male”.