Un episodio, quello di Lazio-Milan, di cui stanno parlando tutti e l’ex dirigente del Milan stella dice la sua a Controcalcio.com
Un gesto inqualificabile. Theo Hernandez e Leao che, appena entrati, non partecipano al cooling-break, una pausa per dissetarsi, ma, per l’occasione, un’opportunità per mettere a punto alcune cose che potevano riguardare la tattica, visto che il Milan aveva pareggiato con la Lazio, grazie anche all’ingresso dei due.
“Non capisco cosa avevano in testa quesi due ragazzi, il loro atteggiamento è stato ingiustificabile, qui si fa perdona sempre tutto e si lascia andare sempre tutto, ma non è così che si deve fare, almeno a mio modo di vedere…“, le parole di un grande ex dirigente del Milan come Ariedo Braida. Di un Milan che ha vinto tutto e di più.
Una persona come lui che ha avuto a che fare con campioni come Kakà, Shevchenko, Maldini, Nesta, Inzaghi, Pirlo e tanti, ma tanti altri che mai si sarebbero permessi di avere un simile atteggiamento. “Ci sono stati ragazzi che ne hanno combinate, io lo so, ma cose di questo genere no mai – ha spiegato Braida a Controcalcio.com -, il calcio è cambiato, vero, ma per quanto riguarda le cinque sostituzioni, la Var e altro, ma alla fine sempre due porte ci sono e sempre gol bisogna fare come adesso o vent’anni fa o anche prima, e un’altra cosa che non è cambiata è il rispetto e l’educazione, quelle non cambiano mai. Sicuro“.
E’ durissimo, Braida, anche perché non c’era motivo di arrivare a un simile comportamento e l’ex dirigente del Milan la sbriga così: “Se ci fosse stato Berlusconi, probabilmente avrebbe sistemato la cosa immediatamente, come andava fatto, magari avrebbe chiamato i due ragazzi, più l’allenatore, si sarebbe sincerato di cosa si trattasse e poi a otto occhi dentro una stanza se ne sarebbe parlato, alla fine tutti sarebbero usciti col sorriso. Sicuro. Ma lasciarla andare così come se niente fosse accaduto, non sono d’accordo….“.
Ariedo Braida, persona elegante e saggia, dirigente che sapeva muoversi e sapeva soprattutto dialogare con i suoi punti di riferimento e i giocatori che lo rispettavano. “Non so sinceramente cos’altro dire – ha aggiunto l’ex dirigente rossonero -, so solo che i ragazzi di questa generazione a volte è come se non si rendessero conto e, sbagliando, a volte si lascia troppo andare e non va bene. Multa o non multa, non voglio mettermi a sindacare se sia giusto o sbagliato la decisione che è stata presa, c’è una società e una dirigenza che decide, ma andava presa di petto e risolta immediatamente“.
Ne fa una questione di regole e di gruppo che per Ariedo Braida sono “sacre“, tanto che cerca di spiegare: “All’interno di un gruppo e di uno spogliatoio di squadra ci sono delle regole che devono essere rispettate, sempre e comunque, ma poi, affinché tutto vada bene e cerchi di scorrere, alla base ci deve essere sempre un rapporto di amicizia, di serenità questo intendo, di fare le cose uniti e per la squadra, così non si aiuta di certo, il resto di quello che è stato detto e fatto sono scuse, ho fatto calcio da una vita, ho visto bene e non è un bel comportamento…”.
Il dirigente del Milan che fu ne fa anche una questione legata all’allenatore che, in questo momento, non sembra essere al centro di ogni cosa come dovrebbe. “Capisco che i risultati sono importanti – ha spiegato Braida – ma serve pazienza, soprattutto per un tecnico come Fonseca che è appena arrivato, la società lo deve supportare in tutto e per tutto. Anche l’ambiente deve avere pazienza, ma nel calcio purtroppo non c’è o se c’è è davvero poca. E questo è un peccato perché il Milan che vedo costruito non è male per niente, ma serve un po’ di tempo…“.
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