L’estremo difensore secondo qualcuno in società non sarebbe partito benissimo in campionato e lo mette in discussione
Da intoccabile e imprescindibile all’essere messo in discussione per una manciata di partite. A quasi un anno esatto dal magnifico gol all’Atletico Madrid in Champions League, che tanto ha fatto sognare e che tanto d’immagine ha dato alla Lazio, avendo fatto il giro del mondo, Ivan Provedel da indiscusso numero uno è diventato uno normale. O almeno così lo si vuole far passare. Un’ingiustizia bella e buona.
Il calcio, si sa, è strano, c’è sempre una sorta di principio di memoria corta che un giorno si è considerati una specie di Dio, mentre il giorno dopo, se si incappa in una giornata no, tutto o quasi viene annullato. E soprattutto dimenticato. E’ quello che qualcuno o più di qualcuno, al momento in modo subdolo, superficiale e poco attento, sta cercando di fare nei confronti del portiere della Lazio.
A Formello da un po’ di tempo a questa parte stanno accadendo cose singolari anzi, per la verità, piuttosto strane e bizzarre. Sono andati via giocatori importanti come Luis Alberto, Felipe Anderson, Immobile e anche Kamada e Cataldi, personaggi di un certo spessore e soprattutto di una certa qualità, ne sono arrivati altri che, allo stato attuale, non hanno sicuramente quello spessore e quella qualità. Mentre la società mette le mani avanti e parla di riorganizzazione, che dal loro punto di vista ci può stare, a chi è abituato a vedere altro all’Olimpico, pensa (e crede) che invece sia un ridimensionamento bello e buono.
E non solo tecnico, ma anche dal punto di vista caratteriale, ovvero di giocatori che hanno carisma e spessore, anche e soprattutto all’interno dello spogliatoio. E quanto sta emergendo su Ivan Provedel sembra quasi una storia già scritta, quasi paradossale. La partenza della Lazio non è stata delle migliori, non tanto col Venezia, quanto soprattutto a Udine, ma di tutta la Lazio, non solo di Provedel, al quale viene rimproverato qualche errore di troppo al Friuli e anche col Milan al gol di Leao, si dice. In realtà, la giornata storta, se tale si può definire, al Friuli è stata di tutta la Lazio.
Il disegno, a chi è ben attento, appare cristallino, anche perché il modus operandi sembra identico a film già visti in precedenza: cominciare a mettere in discussione il titolare per dare man forte a chi sta dietro e spinge. Far scricchiolare Provedel, per spingere su chi si vuole puntare, ovvero sul giovane Mandas. Il ricambio ci sarà, ma più avanti, non certo adesso e non certo per una partita o anche se fossero altre dieci non perfette, che poi tutto questo disastro in Friuli o all’Olimpico non è stato, soprattutto in porta. Nelle 88 partite giocate con la Lazio da Provedel, qualcuna che non può essere andata bene, ci può stare, ma per rendimento e prestazioni di questi ultimi due anni, è l’ultimo a dover essere messo sul patibolo. E questa è una certezza.
La società e il tecnico è giusto e anche normale che si possano guardare attorno e considerare situazioni alternative, ma non certo adesso. Di sicuro, conoscendo il valore del portiere e anche lo spessore, non ci sarà rimasto bene se qualcuno abbia cominciato a metterlo in discussione dopo appena tre partite. Nemmeno un dilettante farebbe un errore così macroscopico. Magari è tutto un fraintendimento (mmmm ndr), e di sicuro stimolare i propri giocatori è un bene, cosa diversa è minare psicologicamente un ruolo. Questo no, non è giusto anche per quello che ha dato questo giocatore che, dopo quel gol all’Atletico, è stato cercato da mezzo mondo, ma lui alla Lazio è voluto restare.
Per Baroni è un portiere di grande affidamento, ma il tecnico è anche molto sensibile a quello che arriva dalla società e soprattutto dal direttore sportivo Fabiani che, da uomo di calcio, dovrebbe essere attento e conoscere bene le dinamiche che si possono innescare tra il titolare e la riserva, soprattutto in porta.
Ci sono equilibri delicati a cui sottostare e stare ben vigili. La Lazio ha un gran portiere, un ragazzo che, al momento e conoscendolo, non è che abbia preso bene questo genere di attenzioni. Su di lui ci sono squadre in serie A che sarebbero pronte già a gennaio per prenderlo e ingaggiarlo, ma il numero uno della Lazio vuole restare a lungo in biancoceleste e chi sta dietro, dovrà aspettare il suo momento. Di sicuro Ivan non resta a dispetto dei santi e se si insisterà su questa strada, allora è probabile che faccia le sue valutazioni.
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