Il giorno dell’esonero di De Rossi, la società era sicura di avere tra le mani l’ex Milan Pioli e il suo no ha smascherato l’improvvisazione
Il giorno più amaro per tanti tifosi della Roma, ma è anche lo stesso giorno che la società guidata dagli americani si è tolta la maschera e ha fatto vedere di che pasta è fatta in realtà.
L’organizzazione, la filosofia e la pianificazione americana sono solo leggenda, la verità è che da Trigoria, sede operativa del quartier generale romanista, viene fuori la grande improvvisazione che si pensava ci fosse da qualche tempo, ma in realtà è diventata ufficiale, quasi a tutti gli effetti.
Appena esonerato Daniele De Rossi, di prima mattina alle nove, quasi in punto, dalla società si in forma ufficiosa si viene a sapere che a breve si sarebbe saputo il nome dell’allenatore, anche perché se si prende una decisione così rapida e chiara, vuol dire che c’è già qualcuno che sta aspettando, magari si stanno limando gli ultimi dettagli per trovare l’intesa finale e fare l’annuncio. Niente di tutto questo.
Dopo l’annuncio a sorpresa di Mourinho, visto che in quel momento (era il 4 maggio del 2021 ndr) nessuno se lo sarebbe mai aspettato, tanti speranzosi tifosi (ingenui ndr) hanno addirittura pensato al nome eclatante di Jurgen Klopp. Eh già, aleggiava anche questa candidatura, anche perché, si pensava, per esonerare dal nulla e così rapidamente uno come Daniele De Rossi, avranno colto l’occasione al volo e vorranno stupire, come hanno sempre fatto.
Il sogno anche se sarebbe meglio chiamarla illusione o meglio ancora fantasia popolare dura pochi minuti perché la Roma sente Pioli, cerca di convincerlo a non andare in Arabia, ma non conoscono l’allenatore che una volta che ha dato la parola, difficilmente ci ripensa. E’ fatto così, ma i Friedkin insistono, ma non c’è niente da fare. Panico anche perché, in società si credeva che tutto fosse facile o quasi, ma niente di tutto questo.
A quel punto, qualcuno, pare Ghisolfi, ha cominciato a chiamare il mondo e a dare consigli in extremis. Forse solo Claudio Lotito o Aurelio De Laurentiis hanno fatto una cosa simile, ma i due sono abituati e lo fanno sicuramente meglio. Chiamate a raffica anche ad alcuni procuratori, fino a quando Giuseppe Riso che con Lina Souloukou ha stretto una forte amicizia, fatta di stima e rispetto, si è messo a disposizione, proponendo tra gli altri Juric.
Ma il tecnico croato ed ex Torino e Verona non è stata la prima scelta della Roma, nonostante la società e il suo agente dicano il contrario, anche perché, professionista esemplare a parte, nessuno può immaginare che una società come la Roma possa pensare come primo nome a Ivan Juric. E se è così, ma non è così, sarebbe ancora peggio.
Dopo il rifiuto di Pioli, d Trigoria sono partire diverse telefonate, non direttamente ad Allegri, come era stato fatto nei giorni precedenti, ma a qualcuno vicino a lui, ma poi è stato dimenticato. Non solo. C’è stato un contatto, questo pare diretto anche se tramite alcuni agenti, con Maurizio Sarri, ma quest’ultimo avrebbe detto di no, per il passato recentissimo da laziale ma anche perché il MIlan avrebbe già fatto passai avanti e decisamente più intensi e ben preparati. E studiati, non certo improvvisati.
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