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Caso Ultras, Lotito il primo a ribellarsi: “Ricevo minacce di morte” – ESCLUSIVA

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Daniele Magliocchetti

L’inchiesta della Procura di Milano ha ricordato al patron laziale parte della sua storia: “Non mi piegai, ma vivo ancora sotto scorta…”

Una storia brutta, quella su cui si sta indagando a Milano con la Procura attiva su quanto facevano gli ultras di curva di Inter e Milan anche con alcuni tesserati. Una vicenda che, in qualche modo, ricorda qualcosa al presidente della Lazio Claudio Lotito, entrato in società nel 2004 e oggi, oltre ad essere l’azionista di riferimento, è anche un senatore della Repubblica, e parte lo deve anche al fatto di essere entrato nel mondo del calcio.

Il presidente della Lazio nonché senatore di Forza Italia ricorda quanto anche lui ebbe problemi con gli ultras (Ansa Foto) Controcalcio.com

Quando rilevò la società biancoceleste nel 2004, dopo un primo periodo di buoni rapporti l’ambiente e con i tifosi, andando avanti cominciarono un po’ di problemi, tanto che è storia nota, ma è Lotito che ricorda bene e a Controcalcio.com spiega: “Non voglio entrare nel merito di quello che sta facendo la Procura di Milano o di quello che è venuto fuori, non è cosa che mi riguarda e non so nulla se non quello che leggo, ho tante cose da fare, però qualcosa del genere è accaduto anche a me, ma io non mi piegai, fui duro e non feci altro che continuare a fare quello che facevo inizialmente e che continuo a fare adesso, ovvero il presidente che ha il compito di guidare la società, i tifosi devono fare i tifosi, cercando di sostenere la squadra come fanno, non altro…“.

Le cose andarono in maniera un po’ più decisa, con una contestazione feroce e alcuni episodi a cui Lotito non si girò dall’altra parte e come dice sempre e ha sempre ricordato e ribadito (ci fu anche un processo ndr): “Io denunciai, è quello che bisogna fare in casi gravi, certo ancora oggi ne pago le conseguenze in parte, visto che sono sempre sotto scorta e ancora adesso, ogni giorno, nonostante ci siano delle denunce io ricevo puntualmente minacce di morte, mica si sono fermate e si sono trasformate in chiamate d’amore, no no, sono sempre minacce di morte e spero che finiscano perché non se ne può più…“.

Attorno al presidente della Lazio, ancora adesso c’è un clima di pesante contestazione, ma questo non c’entra nulla con le minacce di morte che riceve, almeno nessuno ha mai fatto questo genere di collegamento, anche perché sarebbe gravissimo. Da anni Lotito viene contestato allo stadio, anche se per un periodo ci fu una sorta di tregua, ma adesso è ripresa senza sosta: “Io vado avanti, continuo a fare il mio lavoro e il presidente cercando di fare le cose per bene, spero solo che su questa cosa delle minacce di morte, delle quali sono stanco, la Procura faccia qualcosa“.

“Preservo e tramando i valori della società”

Il presidente della Lazio è stremato da una lunga giornata di lavoro al Senato e anche stare dietro a tutte le sue attività e ricorda, quasi con l’aria di chi sa quello che sta facendo: “Si ricordi che il pallone è per tutti, ma il calcio è per pochi, io sono un presidente tifoso e non un tifoso presidente, solo una volta l’ho fatto e sbagliai, la realtà è che da presidente ho la responsabilità di preservare, mantenere e tramandare questa società, nient’altro. E’ questo il mio compito e lo porterà avanti“.

Sul resto sulla contestazione attuale non ha gran voglia di parlare e di aggiungere cose che ha già detto tante volte, ribadendo solo che la Lazio non la vendo, ma perché dovrei farlo se non voglio? Vedrete quanto stupirà questa squadra e poi faremo tante altre cose”.

Sono immagini di qualche anno fa di una contestazione di una quindicina di anni fa, con Lotito contrastò ogni situazione illecita (Ansa Foto) Controcalcio.com

Di analogie con Milano e con altre piazza ci sono, almeno, secondo la polizia, per la storia legata ai biglietti, ma ora la Procura di Milano sta indagando e qualcosa in più verrà fuori, forse anche di più rispetto a quello che è uscito con qualche tesserato di Inter e Milan che, forse, da quanto emerge, non è che farà bellissime figure, anche davanti alla Federcalcio, viste le norme che ha in vigore e cambiato negli ultimi …

Daniele Magliocchetti

Lo so, è un sogno un po' bizzarro, ma da piccolo sognavo di fare l'inviato di guerra, mi perdevo nei racconti di Ettore Mo, meraviglioso inviato del CorSera, su questa scia sono diventato un giornalista, meglio dire cronista (esistono solo le notizie), scrivendo e raccontando sport (principalmente), ma anche cronaca e politica per Ultime Notizie, Ansa, Repubblica e Messaggero, cartaceo e on line, contestualmente facevo (e faccio) anche radio passando per Radio Incontro, Radio Globo, Radio Sei, Radio Incontro Olympia ora solo Radio Olympia. Da sempre curioso del mondo e di chi ne fa parte.

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