Caso ultras, “Un’inchiesta per il calcio, è un’opportunità”: lo scatto di Grassani – ESCLUSIVA

L’avvocato che meglio di tanti conosce la situazione dal punto di vista legale sportivo all’interno del mondo del calcio spiega la situazione

Una vicenda che sta scuotendo dall’interno e non solo il mondo del calcio. Quello che sta accadendo a Milano con gli ultra che avrebbero connivenze e interferenze forti con tesserati di Milan e Inter è più serio di quello che si possa pensare. Ed è un argomento che scivola sempre via, con quasi paura di trattarlo, quando in realtà tanti, se non tutti quelli che fanno parte del mondo pallonaro conoscono bene vicende di questo genere.

E tra i tanti osservatori attenti e lungimiranti di questo mondo ce ne sono alcuni che toccano aspetti fondamentali come il diritto sportivo, ovvero cercare di far applicare al meglio la legge nello sporti e tra coloro che fanno meglio questo lavoro c’è sicuramente l’avvocato Mattia Grassani, da sempre chiaro e uno dei professionisti più bravi e preparati che ci sono nel mondo del calcio.

Non è un caso che tanti presidenti e dirigenti spesso e volentieri si rivolgono a lui, anche Controcalcio.com ha cercato di interpellarlo su questa vicenda e cercato di farsi spiegare cosa può succedere da qui a breve, Grassani parte senza indugio e subito precisa che “ha fatto bene il procuratore Federale Chiné a richiedere le carte dell’inchiesta“.

E questo perché, ci tiene a precisare per bene Grassani: “Nella fase attuale, allo scopo di comprendere se vi siano state ‘relazioni pericolose tra ultras e tesserati ma anche per valutare l’effettiva attuazione, da parte delle società, dei Modelli di Organizzazione e Gestione, previsti dal Decreto Legislativo n. 231/2001, che, prevedendo buone pratiche organizzative e gestionali, sono idonei ad escludere, ove correttamente posti in essere, la responsabilità, penale e anche disciplinare, dei club”.

“Mai più girare la faccia dall’altra parte”

L’avvocato Grassani cerca di andare nello specifico del problema e non si tira indietro su quello che pensa e che si dovrebbe fare anche grazie all’inchiesta, cosa che in realtà ha sempre cercato di dire anche quando si è occupato di altre situazioni, in alcuni casi anche simili. “E’ una situazione che ha dimostrato per l’ennesima volta la permeabilità del mondo calcio rispetto alla malavita organizzata“.

“Premesso – spiega Grassani – che vige il principio, ineludibile, di presunzione di innocenza, ma questa è un indagine che credo proprio possa servire al calcio per non girare più la testa dall’altra parte e fare, una volta per tutte, definitiva chiarezza e pulizia dei ruoli“. E qui dice una cosa che anche Lotito spiegava a Controcalcio.com ovvero che “le società sono società, i dirigenti sono dirigenti, i tifosi sono tifosi e i delinquenti vanno banditi”. Senza se e senza ma.

Fa chiarezza su quello che potrà succedere eventualmente ai tesserati, con l’avvocato Grassani che, qualora fossero accertare le responsabilità dei tesserati, visto anche quanto dice il codice di Giustizia Sportiva: “Ci sarebbe l’ammenda o misure riguardanti le gare casalinghe (squalifica del campo o chiusura di uno o più settori di San Siro) nonchè inibizioni per i tesserati. Residuale, ma non escludibile a priori, si pone l’eventualità di penalizzazioni in classifica, invocabile solo in ipotesi di contestazione dell’art. 4 del Codice di Giustizia Sportiva (lealtà, correttezza e probità), operante in casi di particolare gravità”.

Ed è fondamentale il ruolo dei dirigenti del mondo del pallone, tanto che lo stesso legale sottolinea come “Il Presidente Gravina ha reagito in maniera meritoria, dando massima collaborazione e affermando che non ci saranno atteggiamenti da minimizzare e che dovrà essere un’opportunità per cambiare e voltare pagina“