Mazzone e quella corsa sotto la curva: “L’ho dovuto scortare io ma che risate” – ESCLUSIVA

A distanza di ventitré anni Igli Tare, uno dei protagonisti che era in campo di quella pazza idea del tecnico, racconta tutto

Una corsa che è rimasta nel cuore di tutti e soprattutto nella storia del calcio. Lì per lì fece scalpore, ma quello scatto di Carlo Mazzone sotto la curva dei tifosi dell’Atalanta è uno degli episodi più incedibili mai accaduti su un campo di calcio. Una cosa che adesso non farebbe nessuno e col Var chissà cosa accadrebbe.

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Quella volta che Carlo Mazzone corse sotto la curva dell’Atalanta dopo il pareggio 3-3 e Igli Tare che era in campo ricorda cosa avvenne (Ansa Foto) Controcalcio.com

A raccontarlo per filo e per segno a Controcalcio.com cosa avvenne quel 30 settembre del 2001 sul Rigamonti di Brescia, Igli Tare, uno dei protagonisti di quella gara che era in campo e contribuì con degli assist alla rimonta e al secondo gol di Baggio, in quel Brescia-Atalanta finito 3-3, col pareggio oltre il novantesimo. “Una delle cose più belle e appassionanti, emozionanti che possa ricordare, noi che festeggiavamo in campo il 3-3 e il nostro allenatore che corre come un pazzo sotto la curva dell’Atalanta“, ricorda con emozione Igli Tare che in quel Brescia era uno degli attaccanti in coppia col Divin Codino.

Ottanta metri quasi di corsa, di puro istinto, cuore e passione con Carlo Mazzone che venne squalificato ma divenne ancora più idolo di quello che era, anche se l’episodio in sé non era poi così bello ed educativo. “Oggi col Var e con tutte le regole che ci sono, nessuno si azzarderebbe a fare una cosa del genere, anche perché, diciamocelo, ma nessuno avrebbe le palle per fare una roba simile, il mister era un uomo d’onore, tutto d’un pezzo e in quella gara gli avevano detto di tutto sin dall’inizio, qualcosa ricordo ed era nell’aria qualche sua sfuriata, mai però avrei pensato che facesse una roba del genere…“, racconta Igli Tare che ha Mazzone nel suo cuore.

Ricorda bene tutto Igli Tare, come se fosse avvenuto ieri: “Avevamo appena pareggiato su punizione di Roby (Baggio ndr) con una palla che pensavano avesse toccato Calori, invece poi credo fu un autorete, non ci capimmo più niente, in mezzo al campo a festeggiare e ad abbracciarci, poi vedo Roberto (Baggio) sbiancare che mi fa: ma dove cazzo va il mister, oddio, è pazzo. Io mi giro e lo vedo correre, a me quello che mi aveva impressionato era proprio che correva, Mazzone manco camminava e lo vedevo che correva, mai lo avevo visto correre in vita mia, giuro, lì per lì ero incredulo e ci siamo messi a ridere, poi però ci siamo messi paura per lui, aveva fatto una roba pazzesca e i tifosi erano avvelenati, tanto che al ritorno…”

“Al ritorno io e Srnícek l’abbiamo scortato”

E qui Igli Tare svela un retroscena che pochi sapevamo perché quella gara famosa che si giocò fu a Brescia, con il 3-3 finale, ma era l’andata del campionato, più avanti si dovette giocare il ritorno e “gli atalantini lo aspettavano a braccia aperte, diciamo così”, ricorda Tare che poi racconta nei minimi particolari cosa avvenne: “Il mister, che all’andata fece quella corsa, al ritorno non stava proprio bene, se vogliamo dirla tutta se la faceva sotto e ognuno di noi al posto suo avrebbe provato la stessa cosa forse, c’era tutta Bergamo che lo odiava e non voleva farlo entrare in città“.

Io e il povero Srnícek (portiere del Brescia morto in un incidente del 2015), che ragazzo d’oro che era, ma se voleva si trasformava in un animale, ebbene io e lui decidemmo di scortare il mister dentro lo stadio e anche dentro il campo, noi eravamo due colossi e lo proteggevamo a ogni costo. Al mister gli dissero di tutto, e lui era bianco“.

Scortammo Mazzone a Bergamo
A Bergamo nella gara di ritorno attesero Mazzone con una grande contestazione e Tare rivela che lui e Srnícek lo scortarono dappertutto (Ansa Foto) Controcalcio.com

Tutta la partita fecero di tutto e di più, ma il mister non fece nulla, normale che fosse così anche perché all’epoca quella corsa sotto la curva bergamasca fece parecchio scalpore”, il racconto di Igli Tare.

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