L’attaccante giallorosso potrebbe cominciare un balletto da qui a gennaio anche perché non è più contento come quando aveva deciso di restare
L’infortunio non ci voleva. Non è niente di serio, ma da quando Paulo Dybala ha deciso di restare nella capitale e di non andare in Arabia, le cose non è che siano andate sempre per il verso giusto. Tutt’altro.
Doveva essere una stagione da incorniciare, quella del riscatto definitivo e del rilancio, anche perché pochi calciatori hanno rifiutato offerte da nababbi per restare a fare il calciatore vero in un campionato importante per restare ad alti livelli. Lui quando l’ha fatto era deciso e convinto della sua scelta, ma adesso da quando sono capitate diverse cose, come l’esonero di De Rossi, qualcosa è cambiato in Paulo.
C’è da dire che con l’ex tecnico e bandiera della Roma, i rapporti non è che fossero così strepitosi, anzi, De Rossi l’aveva quasi preso da parte e gli aveva anche spiegato che, dal momento che era rimasto, doveva essere ancora più leader almeno tecnico, che non gli avrebbe permesso più determinati atteggiamenti in alcune piccole circostanze che si sono verificate anche l’anno scorso. Insomma, tra i due c’era chiarezza e anche una certa complicità tecnica.
A Dybala piacciono i tecnici che parlano chiaro e che però puntano su di lui, che lo fanno sentire importante, per questo aveva un ottimo rapporto con Allegri, con Mourinho e anche con De Rossi. Il cambio tecnico, per la verità non l’ha fatto impazzire anzi da un lato, l’avrebbe un po’ destabilizzato. Si penserà: allora la prestazione con l’Udinese? Una delle migliori tra l’altro.
Deluso per l’infortunio, confuso sul futuro
Le due panchine consecutive non hanno fatto molto piacere all’argentino, anche perché pensava di giocare almeno dall’inizio con l‘Elfsborg in Europa League, poi è entrato, vero, ma non era soddisfatto. Non gli piace molto questa gestione che ha avuto con Juric e, da un lato anche quella quotidiana, non che gli dia qualche responsabilità sull’infortunio, ma fino ad ora era andato bene e non aveva accusato granché.
Il lavoro che sta facendo sul campo è molto stressante e impegnativo dal punto di vista fisico, non è uno che si tira indietro, ma conosce bene il suo fisico. La verità è che non è soddisfatto e più passano i giorni, più crede che potrebbe aver sciupato una grande occasione. In più non impazzisce per i discorsi che vorrebbe fare Ghisolfi sulla spalmatura del contratto.
Lui ha dato la sua disponibilità, ma da quello che sta vedendo e dall’approccio che sta avendo la società non è che sia così convinto fino in fondo. La cifra potrebbe essere anche meno di 3 milioni l’anno fino al 2027 e se dall’altra parte ci sarebbe ancora l’Arabia con 20-25 milioni per tre anni, Paulo va in confusione e pensa che potrebbe rimpiangere una simile situazione.
Per questo è tormentato e per questo, se continua così, la scelta di lasciare la Roma potrebbe prendere sempre più piede. Saranno mesi bollenti quelli che andranno da qui a gennaio, l’ultima finestra utile per pensare di andare e non voltarsi più indietro.