Il Var continua a creare dibattito e polemiche in Italia e a livello internazionale: in diretta non mancano le critiche al sistema
L’arrivo del Var ha cambiamento in maniera repentina e indelebile tutto il mondo del calcio. L’avvento della tecnologia è stata una svolta non indifferente per prendere le decisioni arbitrali più al limite: l’aiuto del video può essere fondamentale per chiarire diverse situazioni, ma soprattutto per evitare che ci fossero tutte le scelte errate di un tempo.
Il problema è che il sistema non è ancora perfetto, anzi presenta delle incongruenze non indifferenti. L’uniformità di giudizio non è così chiara, e spesso capita di vedere situazioni simili in Serie A che vengono giudicate in maniera molto diversa. E poi c’è chi ne fa un discorso molto più puro di attaccamento alle emozioni dello sport.
Pensate al gol realizzato di Camarda in Champions League, una rete che ha provocato la gioia generale di tutti i cuori rossoneri allo stadio, ma che è stata annullata dopo controllo Var. Sicuramente si è trattato della scelta corretta dal punto di vista regolamentare, ma c’è chi pensa che anche le esultanze e l’esplosioni dello stadio possano essere bloccate dalla paura che poi quella rete venga annullata.
Bufera Var: “Doveva solo aiutare l’arbitro nei chiari ed evidenti errori”
Enerix inizia la discussione, durante il Contropodcast, con una precisazione molto chiara: “Il discorso che bisogna fare è perché in determinate situazioni il Var si prende il lusso di dire ‘qua si interviene’, ‘qua non si interviene'”.
Di Giovambattista aggiunge: “Il Var era nato perché doveva aiutare l’arbitro nei chiari ed evidenti errori, ma ora non è più così”. E Damiano Er Faina precisa che ora i direttori di gara non prendono più scelte, di fatto. Il match analyst sviscera ancora di più la questione, enunciando tutti i punti sull’argomento.
A questo punto, i protagonisti del podcast danno la loro visione sull’argomento. Secondo Enerix, bisognerebbe avere come designatore una persona esterna all’Aia, mentre Coccia è ancora più radicale e pensa che bisognerebbe chiedere aiuto anche a degli ex calciatori.
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Di fatto tutti e tre si trovano d’accordo con il fatto che l’intelligenza artificiale non risolverebbe la situazione, anzi potrebbe essere un problema ancora più grave per l’intero sistema.