Il tecnico portoghese si vuole giocare le sue chance per restare, ma sta rischiando parecchio perché si sta inimicando tutti
Un Milan senza pace. Senza tregua e senza alcun esame di coscienza. Una società lasciata allo stato brado, senza che ci sia nessuno che prenda parola, ma non tanto per farlo, quanto per decidere e dire le cose come stanno e soprattutto come si fanno. E se tante volte qualcuno esce dal coro, ecco che viene tagliato fuori.
A pagarne le conseguenze prima Fonseca, forse non adatto al cento per cento, ma non certo inadeguato come ha voluto farlo passare qualcuno, poi qualche giocatore e adesso Sergio Conceicao. Eppure appena era arrivato, subito in Supercoppa, subito due vittorie e un trofeo, nemmeno il tempo di cominciare per davvero che il portoghese aveva già vinto.
Tutte feste e celebrazioni, con tanto di classico balletto dentro gli spogliatoi con il sigaro da parte dell’allenatore ma di tutti, staff, giocatori e dirigenza, con Ibrahimovic in testa. Passato un mese o poco più, tutto è di nuovo allo sfascio o quasi. E’ bastata qualche sfuriata di Conceicao per far capire a qualcuno che, forse, non è il tecnico adatto. Forse nemmeno la società meno organizzata al mondo si comporterebbe così.
Il problema del Milan, ed è serio, è che si va dietro a tutto a chi è dentro e chi è fuori dalla società, a cialtroni e non, e tutto fa rumore fino ad arrivare ai vertici, fino a Ibrahimovic che in campo era una stella di prima grandezza, ma dietro una scrivania non fa che essere goffo e sempre più fuori posto. Esempio? Restare sorpresi dalla gestione tecnica e di spogliatoio di Sergio Conceicao.
Dal momento che si pensa al portoghese, se si è uomini di calcio, si deve sapere come è e come gestisce campo e giocatori uno come l’allenatore portoghese. Se invece qualcuno è rimasto sorpreso o spiazzato, allora dovrebbe andare via dal Milan a gambe levate e, probabilmente, non fare più questo mestiere, se non prima avendo studiato un po’.
Una squadra che ha tante stelle, un allenatore che ha la sua filosofia di gioco e un modo di gestire le cose che poi non è così diverso o arcaico come qualcuno lo vorrebbe far passare, è un tecnico e un uomo che pretende disciplina e sacrificio all’interno del rettangolo di gioco e se in società si pretende gioco e spettacolo da uno che non l’ha mai proposto nella sua carriera e che è arrivato in corsa, allora anche in questo caso bisognerebbe cambiare lavoro e mestiere. A Ibra non vanno giù alcune cose di Conceicao e siccome è chiaro, gliel’ha spiegato, forse anche entrando un po’ nel tecnico e questo il portoghese non è che lo prenda molto bene. Da qui scintille e parecchio fumo.-
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