Giorni di lavoro ma anche di tantissima confusione in casa bianconera con l’addio a Thiago Motta e l’arrivo del nuovo tecnico
Giorni di fuoco. E di tempesta. Ma con la forte, fortissima sensazione che il vero ciclone ancora non sia arrivato. O quanto meno non come dovrebbe arrivare proprio perché si tratta della Juventus. Una società irriconoscibile per quello che sta accadendo da qualche mese a questa parte, soprattutto per la sua storia.

Di sicuro, anche se non lo dirà mai, il più stupito di tutti è proprio Igor Tudor andato via anni fa in una certa Juventus con dirigenti di un certo peso e livello, al di là di quello che è successo con Calciopoli, è che adesso stenta a riconoscere e anche, per no, a riconoscersi. Lui che aveva un certo Lippi come allenatore e che ha giocato con campioni di grandissimo livello.
Quello che sta succedendo fa strabuzzare gli occhi, anche perché non è abituale vedere la Juve che esonera allenatori, anche se negli ultimi anni sta diventando qualcosa di normale, paradossalmente, ma quello che più sta stupendo tutti e la grandissima voglia di Cristiano Giuntoli e di altri dirigenti, che sono rimasti attaccati alla poltrona, non rendendosi conto che, prima di Thiago Motta, i maggiori responsabili di questa situazione sono proprio loro. E più dell’allenatore appena cacciato e fatto passare per il maggiore responsabile, quando non è così.
Elkann pensa di mandare via Giuntoli, Tare tra i candidati
L’attuale direttore sportivo pensa di essersela cavata, ma la figura di aver prima confermato Thiago Motta e dopo tre giorni di essere tra coloro che l’hanno mandato via, non è passata affatto inosservata. Anzi, chi conta della Juve ha un po’ storto il naso e anche altro, al pensiero che il dirigente, dopo Thiago Motta, doveva quanto meno dimettersi perché se la Juve è in queste condizioni, la responsabilità non può che essere anche la sua.
Sono due giorni che sta girando una frase che avrebbe pronunciato Giuntoli allo stesso Thiago Motta, ovvero che lui, il dirigente, mentre congedava l’allenatore gli avrebbe riferito che si vergognava di averlo scelto. Una caduta di stile se fosse confermata, ma gira e gira, neanche poco, ma nessuno l’ha smentita. Da qualche parte sarà arrivata, pare dall’interno dello staff tecnico. Elkann, soprattutto, che in queste ore sta riflettendo sul da farsi sta cercando di capire come uscire da questo impasse dal quale si è incanalato.

Qualche nome già circola come post Giuntoli, anche perché la società sta seriamente pensando di mandarlo via a fine stagione, ritenendolo responsabile. Tra i papabili candidati c’è l’ex direttore sportivo della Lazio e ancora in lizza col Milan, Igli Tare che piace allo stesso Elkann per la competenza dimostrata quando era alla Lazio. E poi ci sarebbero i rientri di Del Piero soprattutto, ma anche più peso a Chiellini e, naturalmente, il sogno di andare su Antonio Conte.