Un polverone mai visto in una società importante e gloriosa come quella rossonera che si sta sempre più incartando sul nuovo dirigente
Un tira e molla che sta diventando non solo stucchevole, ma qualcosa di peggio. In casa Milan, oltre all’alternanza disastrosa dei risultati, c’è anche questa situazione grottesca del nuovo direttore sportivo che sta superando ormai sempre di più i confini della realtà e anche del buon gusto sportivo. Anche squisitamente tecnico che è il concetto che dovrebbe stare più a cuore ai dirigenti milanisti, soprattutto in un momento del genere.
Quello che davvero turba gli addetti ai lavori e in parte anche i tifosi è che questo ritardo sul direttore sportivo sta diventando sempre più colpevole perché non è tanto strategia ma più che altro non sapere quanto sia importante avere qualcuno adesso con cui programmare la prossima stagione che dovrebbe essere quella del rilancio.
E il fatto di attendere ancora così tanto e di far capire che c’è tanta indecisione non può che far arrivare un messaggio devastante anche a chi dovrebbe arrivare o con chi si dovrebbe trattare. L’unico che ancora capisce quanto sia importante avere un dirigente con cui lavorare è Zlatan Ibrahimovic che, nonostante le sue mancanze, sa perfettamente cosa significa arrivare in ritardo sul mercato nel mondo del calcio.
E’ un momento decisivo, fondamentale non tanto e solo per la squadra che vede la coppa Italia come unico obiettivo e come una specie di ancora di salvezza, ma anche per il futuro della società. In questo momento l’unico dirigente disponibile che può lavorare da subito è Igli Tare che ha proposto al Milan un contratto di tre anni, ma Furlani non si vuole legare così tanto e offre ancora e sempre due anni di contratto. Cosa questa che accetterebbe Toni D’Amico che però non si può slegare dall’Atalanta perché c’è un contratto in essere.
Ma sarebbe anche lo stesso D’Amico che non vorrebbe allontanarsi da Bergamo in questo modo anche per una questione di rispetto. All’orizzonte poi c’è Cardinale che sta osservando tutto e non è molto contento di quello che sta vedendo anche perché, seppur si dica sia depotenziato, Ibra ha ancora un grande ascendente sul proprietario e non fa che pressare su una decisione che non arriva.
E’ in questo periodo, tra aprile e maggio, che ci si concentra di più sui futuri acquisti e si programma il da farsi, ma non avere niente in mente potrebbe rappresentare un ritardo che poi si andrebbe a pagare più avanti. E questo il Milan non può permetterselo ed è il motivo per cui Ibra avrebbe strappato la promessa che entro pochi giorni i dubbi verranno fugati e si dovrebbe andare verso Igli Tare che, forse, alla fine potrebbe anche far diventare il terzo anno di contratto come opzione e arrivare ai due anni che tanto vorrebbe Furlani. Ma il Milan è dietro e l’indecisione mette tanta paura.
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