La società bianconera non era convintissima prima del croato e non lo è nemmeno più tanto nemmeno adesso che comincia a guardarsi attorno
Se non è a un bivio, poco ci manca. E che sia arrivato alla Juventus con un piede dentro e uno già fuori, forse lo sapeva bene anche lui. Non è certo un mistero che l’opzione per restare la deve esercitare la Juventus e avrebbe avuto dei dubbi a confermarla perfino con un filotto, ovvero con tutte le partite vinte da qui alla fine.
La sconfitta di Parma è quasi una pietra tombale, una giustificazione per dare alla dirigenza la possibilità di creare un vero e proprio casting per la panchina della squadra bianconera.
La verità, e qui Tudor non c’entra nulla, è che nella squadra e società ci sia poca juventinità e poco attaccamento, ovvero figure di riferimento riconoscibili con le quali interfacciarsi e soprattutto riconoscersi. Tudor va bene, ma per l’immediato, per un progetto a lunga scadenza non è quello che cerca la famiglia Elkann.
E i vertici della famiglia se ne stanno rendendo conto da tanto tempo anche con il continuo brusio dell’ambiente che avverte proprio questa mancanza. Hanno colpito, ad esempio, le reazioni del pubblico l’ultimo volta che Alessandro Del Piero è tornato allo Juventus Stadium con la gente che l’ha celebrato per diversi minuti senza che lui facesse nulla. E quella è una cosa che ha stupito ma fino a un certo punto.
La verità è che c’è bisogno di una scossa, di un qualcosa che dia l’elettricità e oltre a Del Piero, o Chiellini che possano formare delle fondamenta ci vorrebbe proprio uno che riesca a mettere tutti d’accordo e che dia la certezza almeno inizialmente per ripartire con un ciclo vincente e di nomi non ce ne sono tanto, ossia Antonio Conte.
In mezzo c’è il Napoli, ma è anche vero, e questo lo sa bene anche De Laurenitis, a prescindere da quanto abbia dichiarato ultimamente, che davanti a una chiamata della Juve non riuscirebbe a trattenerlo, in alcun modo. E, probabilmente, nemmeno lo farebbe.
Con Del Piero e con Antonio Conte, ma anche con Chiellini, l’unico che già c’è, si formerebbe una base e una colonna portante della vecchia guardia, di una vecchia guardia che ha già vinto e con cui i tifosi si identificherebbero. Verrebbe vista come una sorta di rinascita juventina. Di nomi di tecnici ne usciranno diversi, ma il vero e unico obiettivo è Conte. E questo lo sanno tutti.
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